venerdì 24 giugno 2016

La storia di Vincenzo

Grazie al mio Donatore vivo la mia seconda vita, promuovendo l'amore per essa.


 Vincenzo Vella (con il mio Angelo)

La storia del mio trapianto.
La prima volta che sentii parlare di cirrosi fu nel 2008 all'età di 46 anni.
Mi fu diagnosticata del tipo Criptogenica ( non si conosce l'appartenenza ). Scoprii in seguito che, nonostante non avessi mai fatto uso di alcolici o fumo, avevo il fegato malato. Fu allora che cominciai a capire in cosa andavo incontro e che come me migliaia di persone fossero affette da grave malattie agli organi. Nella mia più completa ignoranza mi fu raccomandato che dovevo farmi  seguire dall'ISMETT (centro trapianti per la Sicilia). 
A forza di controlli e cure arrivai al giugno del 2011, ma a quel punto il mondo mi cadde addosso: cominciai a gonfiarmi, ero entrato nella fase dell'ascite e il mio corpo aveva accumulato troppi liquidi. Per la prima volta sentii parlare di paracentesi. Mi demoralizzai quando scoprii che l'ismett non poteva aiutarmi, in quanto dovevo prima entrare nelle liste d'attesa (più di 9.000 persone in attesa) per poi essere trapiantato. Nacque così in me la consapevolezza di quanto bisogno di organi avessimo, considerando che ogni anno aumenta sempre più il numero di persone bisognose di trapianto. Cercando di capire il funzionamento 
dell'attesa, realizzai che il rapporto abitanti/donazioni/trapianti, nella mia amata Sicilia avrebbe messo a rischio la mia sopravvivenza; fu così che grazie alla segnalazione di un mio concittadino riuscii ad avere un'appuntamento con un illustre epatologo dell'ospedale S.M. della Misericordia di Udine. Da quella esperienza ne uscii soddisfatto in quanto non solo dopo un lungo ricovero mi ero ristabilito, ma mi avevano anche posizionato un bypass che mi permise di non produrre più liquidi. Nacque però  il problema dell'encefalopatia. Non bastavano le preoccupazioni che già davo alla famiglia, con le tossine avevo perso le capacità di controllo obbligando mia moglie ad intensificare ancora di più la vigilanza su di me. Purtroppo non potei cantar vittoria: il mio benessere duro' appena 11 mesi e le forze mi abbandonarono. Come tutti i mesi, mandai le mie analisi a Udine; la risposta non si fece attendere: dovevo presentarmi il prima possibile, un posto letto mi aspettava.
Ricordo ancora l'assistenza aeroportuale, furono loro a imbarcarmi; ormai non riuscivo più a camminare.
Passò un mese, i medici avevano preparato il mio corpo per affrontare il trapianto, ero stato inserito con la priorità interregionale (sei regioni del nord)
in quel momento capii l'importanza dell'iscrizione nelle liste del Friuli;  in 15 giorni arrivò la mia chiamata, con Giusy (mia moglie) eravamo rimasti a Udine non mi fu permesso di tornare casa, il telefono squillò mentre stavamo sistemando un po' di spesa in frigo, ci era stata messa a disposizione una camera presso l'associazione Casa mia. Quando vidi il numero dell'ospedale un brivido attraversò il mio corpo, risposi, una voce mi pregava di fare subito rientro in reparto non sapevo più se ridere o piangere se essere triste o felice, con Giusy ci guardammo negli occhi e capimmo che il destino si era compiuto anche lei stava vivendo con me tutte le emozioni cercavamo di darci conforto l'un l'altro.
Che lunga notte quella del  23-10-2012 Giusy resto con me (ci stringemmo nel lettino) fino a quando entrando in sala operatoria, la grande vetrata ci divideva, per me iniziava un lungo viaggio entravo nel tunnel senza sapere se e quando sarei uscito....
Tutto apparve strano, niente aveva un senso e poi tutte quelle luci bianche, la sensazione di non poter più gestire il corpo ed il tempo.
Tutto mi fu chiaro con il riconoscimento di un volto amico, solo allora realizzai del trapianto, la memoria cominciò a tornare avevo davanti a me Giusy, piansi tanto, credo che nonostante tutto fossi preoccupato per lei, i ragazzi, la famiglia; sapevo di dover lottare, non potevo abbandonarli avevano ancora bisogno di me. Tutto il resto be' se mi avete letto fino a qui conoscerete sicuramente il resto, sto vivendo la mia seconda vita senza sciupare un solo attimo, apprezzando la vita con tutte le sue bellezze, divulgando e promuovendo l'amore per essa.
Nell'agosto 2014 ho potuto coronare il mio sogno; conoscendo il mio Angelo Donatore
imparando ad amarlo più della mia stessa vita.