martedì 19 luglio 2011

L’Amore di Antonietta.

Vorrei raccontare la storia di mia sorella Andy come la chiamavo io amorevolmente.

Era giorno 10 ottobre 2006 mattina, suona il telefono, era mia sorella che mi comunica di essere
passata in ospedale per il ritiro della risonanza di controllo che aveva fatto. La sua voce era serena ma
il sangue mi gelò nelle vene perché una sensazione forte assalì il mio corpo. Mi disse che secondo lei la
sua patologia (astrocitoma) era peggiorata . Leggendomi telefonicamente il referto medico capì subito
che era il momento di prepararci al peggio. Volle parlare di quando lei non ci sarebbe più stata, voleva
farmi promettere che mi sarei presa cura io delle sue due figlie di 3 e di 9 anni. Non potevo fare questa
promessa perché avevano un padre e non era giusto separare le bambine da lui e poi non me l’avrebbe mai
permesso. Non potevo piangere al telefono lei non voleva che ci disperassimo poiché il suo pensiero era
quello che tutti dobbiamo morire e tutti lasceremo questa terra, a lei era toccato di lasciarla a solo 34 anni
ed era pronta ad accettarla. Il giorno dopo mi arriva la telefonata da mio cognato che in modo sereno mi
comunica che mia sorella era stata portata in ospedale perché non si era sentita bene. Aspetto notizie più
chiare fino a notte fonda per partire, ancora una volta toccava a me comunicare ai miei genitori la notizia di
tenersi pronti a partire. Finalmente la notizia che lei stava bene e che si era ripresa nulla da preoccuparsi.

12 Ottobre 2006 ore 07:00

Squilla il telefono, la frase preparatoria: Non so cosa è successo a tua sorella ci sono un sacco di medici
intorno a lei, ti faccio sapere più tardi.

Ore 07:30 ancora il telefono che squilla.

‘’Antonietta non c’è più’’. In un secondo come in un film ho ripercorso la vita insieme con lei, sentì per
un attimo il cuore fermarsi e con un urlo disumano capì che lei non c’èra più che non l’avrei più rivista e
sentita, ero rimasta senza mia sorella. Non riuscendo più a parlare riagganciai il telefono . Ora era ancora
più dura della volta scorsa che comunicai ai miei genitori che la loro figlia aveva un tumore celebrale.
Ora dovevo comunicare che la loro figlia era volata in cielo con un bel paio d’ali dorate. Ho capito che
un genitore percepisce subito quando il proprio figlio passa un pericolo, infatti piangendo dissi a mio
padre :dov’è mamma? Avevano capito tutto, ora lei non c’èra più. Il mio cuore non sentiva il distacco
completo una voce in fondo al cuore mi sussurrava che lei era ancora viva. Ritelefonai a mio cognato
chiedendo la smentita di quello che lui mezzora prima mi aveva detto, non potevo credere che lei era
morta, non così.

Infatti, il mio intuito non mi aveva tradito: era in coma irreversibile. Ora cercare un volo per arrivare a
Ravenna sarebbe stato un’impresa, ma fu una fortuna trovarlo subito. Arrivati in ospedale, al reparto di
rianimazione e vederla dal monitor tutta intubata fu uno shock per tutti. Chiedemmo di far intervenire
il cappellano dell’ospedale, doveva avere l’estrema unzione. Fu allora che il medico ci chiese il consenso
a espiantare gli organi. Insieme io e i miei genitori senza pensarci dicemmo si, ma quel si doveva essere
detto dal marito. Lui stesso ci ricordò che mia sorella avrebbe voluto così poiché ne parlava sempre. A lei
una volta morta non sarebbero serviti i suoi organi e che era un peccato farli marcire sotto terra, quando
poteva salvare la vita a qualcuno. Allora il si fu completo e quando l’attività celebrale( ore 20:00 del 12/
10/2006) si spense allora l’osservazione iniziò. Un’equipe dagli ospedali Riuniti di Bergamo vennero per il
cuore, per il fegato invece da Bologna. Espianto avvenuto tra la notte del 12 e 13 ottobre 2006 all’ospedale
di Ravenna. Sono stati prelevati e trapiantati il fegato e il cuore che hanno salvato la vita a due persone,

rispettivamente un uomo che nel 2006 aveva 50 anni e una persona (non siamo a conoscenza del sesso
poiché è stata trapiantata in Lombardia) che oggi ha 45 anni. Entrambi stanno molto bene e, grazie al dono
di mia sorella, hanno potuto avere una speranza di vita.

Ora non ci rimane che attendere di poter sapere chi sono queste persone che grazie alla mia Andy possono
ancora assaporare la vita.

Do il mio consenso a pubblicare la mia storia su TRAPIANTI…….. IL DONO DELLA VITA.

Grazie, per aver letto la storia della mia amata sorella.

Nessun commento:

Posta un commento