venerdì 10 febbraio 2012

La mia Storia…

la mia Storia amo definirla come la trama di un'opera Pirandelliana, dove di volta in volta cambiano gli attori ma la trama è sempre la stessa, ovvero ciascuno a suo modo interpreta la parte raccontando la propria storia.
La mia inizia nel 1985, ho appena compiuto 18 anni il mitico traguardo della maggiore età, iniziano le belle speranze, prendere la patente andare a lavorare essere indipendente. Faccio domanda per arruolarmi nei Carabinieri, già allora arruolarsi era un motivo di trovare un lavoro ben retribuito; faccio le visite qui in Sardegna, poi a marzo parto per Roma per l'ultima serie di visite e i quiz, se arrivi ai quiz sei dentro, ma purtroppo nel foglio della visita medica ci sono dei punti segnati a matita, inizio a pensare che qualcosa non va e infatti mi scartano. Dopo alcuni giorni arriva il referto ci sono dei valori che sono alterati, mi domando: io che sono stato il più sano dei miei  fratelli, come può essere? Allora tramite un medico amico di famiglia, che in quel periodo stava finendo la specializzazione, optiamo per fare dei prelievi, passa a casa mia fa il prelievo, ma dopo un paio di giorni mi chiama dicendomi che forse è meglio farlo a Sassari in clinica che magari durante il viaggio si possono essere alterati, vado a Sassari faccio i prelievi: non si scappa ci sono i valori della creatinina a 4.7, devo ricoverarmi. In due settimane di ricovero mi vedo il mondo crollare addosso, diagnosi: Insufficienza Renale Cronica, perchè a me? La bravissima dottoressa che mi seguiva nel reparto delle cliniche Universitarie di Sassari mi prepara a quale percorso sarei andato incontro: per un pò in terapia conservativa dieta ipoproteica e  farmaci, la dialisi ed infine il trapianto. Non mi fermo e vado a Genova all'Ospedale S. Martino al monoblocco: voglio saperne di più, ma la diagnosi è sempre la stessa: Insufficienza Renale Cronica. A Genova sto un mese, li mi chiedono se qualcuno dei miei familiari è disposto a donarmi un rene, perchè i tempi di attesa per fare il trapianto da cadavere sono lunghissimi, si propone mia madre, fa gli esami per la compatibilità, ma quest'ultima non è molto alta anzi non va bene, si costituisce una commissione medica, da una parte il chirurgo e la sua equipe, dall'altra il nefrologo e i suoi collaboratori ed un medico di mia fiducia, i nefrologi sono contrari e io do ascolto a loro per cui me ne rientro a casa. nel 1987 a novembre inizio la dialisi, per circa 5 mesi è leggera infatti la faccio solo una volta la settimana, dove i primi 2 mesi mi vedo costretto ad andare in treno ad Olbia perchè nel mio centro non c'è posto. Sempre nel 1987 a dicembre tramite il mio centro di riferimento che è quello di Ozieri, vengo inviato a mettermi in lista presso il centro trapianti di Marsiglia, che è diretto da un Professore di origini Italiane. l'Ospedale, il S.te Marguerite mi fa un pò paura poichè è una struttura vecchia, comunque rientro a casa alle ore 23.59 del 24 dicembre, si proprio come Gesù bambino, arriva anche il momento di passare alle tre sedute alla settimana per quattro ore. Intanto mando sieri per la compatibilità nei centri di Genova, Milano, Cagliari e Marsiglia e così passa anche il primo anno di dialisi, finchè a gennaio del 1989, ed esattamente il 19 alle 22.30 mi sveglia mio padre dicendomi che c'è il professore dalla Francia che mi vuole parlare. Il professore è calmo e mi dice di avere un rene per me, vado nel pallone e mi faccio ripetere tutto, come chiudo la telefonata non so che fare, allora mio padre mi dice di chiamare i carabinieri, ma a me viene un'idea: chiamo a casa il primario della nefrologia e dialisi di Ozieri, il quale mi dice di andare in ospedale al pronto soccorso che li avrebbero provveduto a chiamare infermiera e medico reperibile: dovevo fare la dialisi e si doveva attivare la procedura per farmi andare a Marsiglia. E' un puzzle che si chiude: il responsabile della Prefettura che doveva chiedere la disponibilità dell'aereo militare è il marito della mia ex maestra elementare, l'aereo militare deve portare un'altra paziente proprio a Marsiglia, si parte ed alle 06.30 sono a Marsiglia e mezzora dopo sono in ospedale, una cosa mi colpì la borsa frigo dove era sistemato il rene aveva un nome all'esterno: Mr Deriu, era per me. Il trapianto è fatto, rimango a Marsiglia circa 75 giorni a causa di qualche problemino di denti, ed infine il 4 aprile rientro giusto in tempo per festeggiare i 25 anni di matrimonio dei miei genitori, purtroppo in quel tempo che eravamo a Marsiglia viene a mancare mia nonna, ma io sono tornato a casa nuovo di zecca. Da allora sono passati 23 anni ed ogni anno festeggio con qualcuno questo mio secondo compleanno di rinascita, con una preghiera per quell'angelo che mi ha dato un pezzo di se stesso, senza conoscerci, non so molto di questo mio donatore( tranne che era una ragazza della mia età di allora: 21 anni).Le parole  di una canzone di Francesco Guccini ( la locomotiva) sono perfette per rispondere a chi mi chiede qualcosa sul mio donatore: " Non se che viso avesse neppure come si chiamava".....ma so solo che le sarò grato per tutta la vita. Oggi ho un lavoro, mi dedico al volontariato con l'aido - admo del mio paese, faccio parte di due associazioni che si occupano di dare risposte sulle malatte renali e sui trapianti: L'ASNET (che è Sarda) e L'ANED di Milano, con la quale faccio i giochi dei trapiantati e gioco come portiere della Nazionale di Calcio Trapiantati ANED. Noi che abbiamo ricevuto Dobbiamo essere sempre Testimoni.
Antonio Derìu

1 commento:

  1. Ciao...sono Antonio Piscopo e mi ha molto colpito la tua storia che è molto simile alla mia.
    Dopo il Diploma feci un concorso all'Accademia Aeronautica ,e li si accorsero che sia i valori degli esami che la pressione erano troppo alti.
    Ho fatto qualche mese di dieta aproteica, ma essendomi iscritto all' universita non era facile seguire la dieta.
    Dopo poco ho avuto il trapianto all'Erasme di Bruxelles, nel febbraio dell'89.
    All'inizio mi era stato detto che il mio donatore era un giovane militare tedesco,
    invece dopo i 3 mesi che ero stato a bruxelles mi hanno confermato che avevo avuto un trapianto di 2 reni oediatrici.
    Ti apprezzo e ti per tutto cio che stai facendo nel sociale attraverso le associazioni e altro.
    Mi fa molto piacere che giochi a calcio e sei un esempio delle speranze e delle possibilita che dai a chi dovra' affrontare un percorso come il nostro.
    Ti Auguro le piu' belle cose della Vita
    Antonio Piscopo

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