Siamo un gruppo di persone legate al mondo dei trapianti; ci sono persone che lo hanno fatto da anni, altre in attesa di trapianto, e famigliari di donatori. Siamo qui per confrontarci ma soprattutto per sensibilizzare Voi che leggete. Lo so pensate che a Voi non può capitare, provate a leggere le nostre storie e poi ne parliamo. Per chi volesse inviarci la sua storia ecco la nostra mail (specificate nella mail se volete farla pubblicare in questo blog oppure no) trapianti.info@gmail.com
martedì 31 maggio 2011
IL MIO EROE INCONSAPEVOLE
Scrivo queste righe con le mani che tremano, il cuore che batte forte e le lacrime che mi rigano le guance. Ogni volta che affronto questo argomento mi si riapre una ferita, ora rimarginata ma che mi ricorda inevitabilmente ciò che è stato…e cioè una terribile avventura fortunatamente andata a buon fine.
Mio figlio Gabriele di 12 anni, all’età di 2 anni e 3 mesi ha ricevuto in dono un rene e un fegato da un piccolo angelo di Bologna.
Il tutto dopo un anno e 3 mesi di dialisi peritoneale fatta a domicilio per 11 ore a notte, visite, esami, interventi, ricoveri. A causa di una malattia congenita, che un nome ancora non ha, i suoi reni e il suo fegato avevano perso la loro funzionalità costringendolo ad un vero e proprio calvario; credo che qualunque genitore darebbe la vita per la propria creatura pur di non vederla soffrire in quella maniera, così mio marito ed io ci eravamo offerti come donatori di rene e parte di fegato ma i medici ci avevano consigliato la lista d’attesa; io ero molto preoccupata per i tempi d’attesa! In quel periodo, Gabriele non mangiava più così veniva nutrito per mezzo di un sondino naso-gastrico. Le notti erano un incubo: non dormiva mai; era collegato alla macchina della dialisi tramite un catetere nel pancino e alla macchina della pappa tramite il sondino. Eravamo tutti distrutti, avevamo toccato il fondo, ma…finalmente la telefonata: c’erano gli organi per Gabriele! Il trapianto è stato il ritorno alla vita, la rinascita; il mio cucciolo dopo 13 ore di intervento era vivo e stava bene. Il post trapianto è stato per noi una bazzecola in confronto alle sofferenze precedenti.
Di tutto questo ringrazio le fantastiche equipe della Dott.ssa Coppo, primario della nefrologia dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, del Professor Salizzoni, primario del reparto trapianti di fegato dell’ospedale Molinette e il Dott. Bretto della chirurgia vascolare delle Molinette che si è occupato del trapianto di rene.
Un immenso grazie va ai familiari di quell’angelo che hanno permesso questo miracolo e hanno dato prova, nel loro dolore, di umanità e senso civile.
Gabriele vive grazie a quel grande dono di cui saremo riconoscenti per sempre!
Cristina Mora, mamma di Gabriele
Acoonsento alla pubblicazione
sabato 21 maggio 2011
La sconfitta della bestia nera
……due ignari destini si incrociano e si scambiano la staffetta della VITA….
PERCHE’ IO DOVREI DONARE?
Spesso evitiamo questa domanda, ritenendo che il trapianto sia estraneo alla nostra vita. Donare i propri organi e
tessuti significa salvare vite umane o curare gravi malattie. Ognuno di noi potrebbe avere bisogno di essere curato.
IO HO AVUTO BISOGNO.
23/04/2002 – NIT
? TRAPIANTO
Mio papà morì il 15/02/1988 a 58 anni di fibrosi polmonare idiopatica.
Da allora mai e poi mai avrei pensato di veder ricomparire nella mia vita questa brutta malattia che devasta il fisico e l' anima così
prepotentemente perché toglie ciò che è vita: il respiro.
Io feci il mio personale incontro con la "bestia nera" nel lontano marzo 1994. Ero incinta, Elena mia figlia, sarebbe dovuta nascere 20 giorni dopo
circa. Una notte mi venne un violento ed insistente attacco di tosse che mi portò in dispnea. Allarmata, mi recai con mio marito all'ospedale dove
avevo deciso di partorire. Dopo una radiografia, i medici mi diagnosticarono una bronchite trascurata e la dispnea aggravata dal pancione che
ormai premeva sul diaframma. Uno sciroppo, un pò di aerosol e morta lì.
Passarono gli anni, mi continuava la solita tossetta e incosciamente si insinuavano in me i primi dubbi che però assolutamente rifiutavo di
prendere in considerazione. Nel marzo 1997 decisi di andare da un carissimo medico, amico di famiglia. Egli auscultandomi il torace percepì che
qualcosa non andava. Mi fece fare un rx. Il 07/03/1997, la prima sconvolgente sentenza fu "Giovanna, mi sa che sia come il papà".
Lì il mondo mi crollò addosso.
Mi consigliò di andare subito per tutti gli accertamenti nel reparto di Pneumologia di Treviso diretto dal Prof.
Santelli. Nel frattempo recuperai la famosa radiografia fatta tre anni prima. Le radiografie si potevano
sovrapporre. E in quell'ospedale, all'epoca, non si erano accorti di nulla. Non sarebbe cambiato un granché, anzi forse è stato meglio così
perché almeno ho vissuto con serenità i primi tre anni di vita di Elena, l'ho allattata per tanti mesi ed ho continuato la mia vita. Comunque i miei
complimenti a quei medici.
Sottoposta a molteplici esami, alla fine il Prof. Santelli, al quale non sarò mai abbastanza grata per la sua bravura, professionalità, sensibilità e
lungimiranza che mi hanno permesso ad arrivare al traguardo, non poté che diagnosticare una fibrosi polmonare idiopatica bilaterale, progressiva
ed irreversibile con conseguente grave insufficienza respiratoria di tipo restrittivo.
E rieccola la "bestia nera".
Il mio futuro, ovviamente, si fece più scuro, le prospettive le conoscevo fin troppo bene. In ogni modo metabolizzato il colpo, non mi abbattei più
di tanto; continuai la mie attività quotidiane, insegnavo danza e ci riuscivo bene, facevo i miei quattro piani di scale, abituandomi a convivere con
il mio modo di respirare, con questa "spada di Damocle" e attendendo l'inevitabile e da me conosciuto peggioramento che mi auguravo arrivasse
il più tardi possibile.
L'allarme di codice rosso arrivò invece prima del voluto. Precisamente al controllo spirometrico dell' 11/09/2001 (data storica anche per tutto il
mondo) i valori erano andati al di sotto del limite di guardia. La pacchia era finita. Da lì il Prof. Santelli iniziò seriamente a parlarmi di trapianto,
possibilità che io, in quel momento, rifiutai per paura e perché non volevo accettare di essere peggiorata fino a quel punto. Dopo avermi convinta, si
mise subito in contatto con il "nostro" reparto di Chirurgia Toracica di Padova. Incontrai il Prof. Sartori l'08/01/2002, il quale mi tracciò la via che
stavo per intraprendere, premettendo subito che non sarebbe stata una passeggiata.
" LA SCALATA DI UNA MONTAGNA E' FATICOSISSIMA. MA QUANDO ARRIVI IN CIMA, IL PANORAMA E'
INDESCRIVIBILE"
Nello stesso tempo mi diede una forte speranza perché mi presentavo in condizioni fisiche molto buone che consentivano di avere tempo sufficiente.
Dopo l'effettuazione di tutti gli esami, che tutti noi conosciamo, entrai definitivamente in lista d'attesa il 23/04/2002. Nel frattempo il 26/02/2002
avevo iniziato ad usare l'ossigeno. Non dimenticherò mai il giorno che portarono i bombolotti a casa e gli occhi di mio fratello quando mi vide con
le cannucce sul naso. Per il momento aveva vinto ancora lei, "la bestia nera". Da quel momento però, le giurai una dura battaglia.
Da quel giorno io entrai nel tunnel della mia nuova vita. Era buio e la luce non si poteva vedere. Le possibilità di farcela c'erano, ma non la
certezza e non la sicurezza di avere la forza di non mollare perché purtroppo io sapevo come sarebbe evoluta la cosa. L'immagine di mio papà ,
più sfortunato di me, di quanto ha sofferto non è mai stata così limpida come in quel periodo. Mai e poi mai ho parlato tanto con lui come nei
giorni più bui e di maggior sconforto. Per rallegrarmi, mi convincevo, vedendolo sorridermi, che da lassù, da buon organizzatore qual' é sempre
stato, aveva già preparato tutto e sapeva che senz'altro sarebbe arrivato al momento giusto per me un organo donato da non si sa chi con un gesto
d'amore, di generosità e di altruismo inestimabili.
05/04/2003 - ore 4.00 di sabato mattina. La TELEFONATA " Signora, sono la dott. ssa Loy , ci è stata segnalata una donatrice compatibile con lei.
Io parto per Torino, lei arrivi al Policlinico alle 8.30. " Ho chiuso gli occhi ed ho visto realmente la luce all'uscita del tunnel.
ore 11.30 - entro in sala operatoria. Mi addormento, malata.
ore 16.00 - domenica 06/04/2003 mi risveglio in rianimazione, guarita
08/04/2003 - salgo in reparto
10/04/2003 - primo pianto di liberazione e di gioia. Magnifico
30/04/2003 - broncoscopia per rigetto. No, non c'è. Rigetto mi evoca la parola rifiuto. Come si fa a rifiutare un dono del genere? Io fin dalle prime
ore parlavo ai miei "bambini bianchi" dicendo loro di non far la lotta col nuovo arrivato, ma di giocarci insieme. Mi hanno sempre ascoltato
e tuttora mi ascoltano. ( lo stesso non vale per cito, il mio amante focoso, che non mi ha abbandonato per tutto il primo anno; penso di essere
diventata famosa in reparto per questo).
02/05/2003 - ore 20.30 " Signora, può tornare a casa ". Ho percorso il corridoio del reparto senza mai guardarmi indietro. Mi lasciavo alle spalle
un periodo della mia vita difficilissimo, la mia nuova vita aveva inizio da lì.
Arrivata a casa, ho inondato di luce e di lacrime tutte le stanze. Non vi dico a rivedere la mia bimba.
E' per lei , per mio marito, per tutte le persone che mi vogliono bene che ho lottato fino alla fine con
la "bestia nera" Le avevo giurato battaglia fin dall'inizio. Essa aveva già vinto una volta.
1 a 1 PARTITA FINITA.
La mia montagna era diventata una collina. Ora a distanza di otto anni, è un dosso e la mia vita è Meravigliosa.
Durante l'anno d'attesa ed un pò oltre ho affidato ad un semplicissimo block notes i miei pensieri, le mie emozioni, le mie sensazioni che mi
venivano in mente a qualsiasi ora della giornata e in qualsiasi momento. Buttate là, ascoltando il mio cuore, per sfogo, talvolta senza forma. Il
mio trapianto fu meraviglioso e sono sempre più convinta che qualcosa di miracoloso Lassù in tutto ciò è avvenuto. Potei togliere così il punto di
domanda e sostituirlo con una data.
23/04/2002 NIT
05/04/2003 TRAPIANTO
Ora che tutto è finito, guai se non avessi iniziato quel libretto. Ancora adesso ogni tanto lo rileggo. Mi aiuta e tenere vivo il ricordo delle sensazioni
indescrivibili provate, mi aiuta a non aver più " paura di avere paura", mi aiuta a ricordare sempre quanto non ci si rende conto mai abbastanza,
quanto vuol dire avere la salute, mi aiuta a ricordare il privilegio che abbiamo noi che abbiamo conosciuto, perché no, il pensiero della morte
di cogliere l'essenza vera delle piccole cose, mi aiuta a ricordare che la vita è bella nonostante tutto perché è pur sempre la tua vita, mi aiuta a
ricordare che è normale avere momenti di cedimento perché nessuno mai ci ha chiesto di essere dei super uomini, mi aiuta a ricordare di non dar
nulla per scontato, il camminare, il parlare, il respirare, mi aiuta a non perder mai la speranza, mi aiuta a ricordare sempre le persone che soffrono
più sfortunate di noi, mi aiuta a ricordare che il TRAPIANTO E' VITA. DONARE GLI ORGANI è DONARE VITA.
Un grazie dal più profondo del cuore a quella donna e alla sua famiglia che con la loro generosità mi hanno ridato la vita.
Un grazie alla nostra insostituibile dottoressa, donna di inestimabile bravura e professionalità.
Un grazie alle preziosissime mani del nostro carissimo Chirurgo
Un grazie ai nostri Pneumologi di fiducia.
Un grazie a tutto il personale del reparto, ineguagliabile nelle sue capacità e dedizione alla "nostra grande famiglia".
E un grazie a mio papà, al quale dedico questa mia semplice storia.
Giovanna CORDER
Potete pubblicare questa mia testimonianza sul blog Trapianti...il dono della vita.
PERCHE’ IO DOVREI DONARE?
Spesso evitiamo questa domanda, ritenendo che il trapianto sia estraneo alla nostra vita. Donare i propri organi e
tessuti significa salvare vite umane o curare gravi malattie. Ognuno di noi potrebbe avere bisogno di essere curato.
IO HO AVUTO BISOGNO.
23/04/2002 – NIT
? TRAPIANTO
Mio papà morì il 15/02/1988 a 58 anni di fibrosi polmonare idiopatica.
Da allora mai e poi mai avrei pensato di veder ricomparire nella mia vita questa brutta malattia che devasta il fisico e l' anima così
prepotentemente perché toglie ciò che è vita: il respiro.
Io feci il mio personale incontro con la "bestia nera" nel lontano marzo 1994. Ero incinta, Elena mia figlia, sarebbe dovuta nascere 20 giorni dopo
circa. Una notte mi venne un violento ed insistente attacco di tosse che mi portò in dispnea. Allarmata, mi recai con mio marito all'ospedale dove
avevo deciso di partorire. Dopo una radiografia, i medici mi diagnosticarono una bronchite trascurata e la dispnea aggravata dal pancione che
ormai premeva sul diaframma. Uno sciroppo, un pò di aerosol e morta lì.
Passarono gli anni, mi continuava la solita tossetta e incosciamente si insinuavano in me i primi dubbi che però assolutamente rifiutavo di
prendere in considerazione. Nel marzo 1997 decisi di andare da un carissimo medico, amico di famiglia. Egli auscultandomi il torace percepì che
qualcosa non andava. Mi fece fare un rx. Il 07/03/1997, la prima sconvolgente sentenza fu "Giovanna, mi sa che sia come il papà".
Lì il mondo mi crollò addosso.
Mi consigliò di andare subito per tutti gli accertamenti nel reparto di Pneumologia di Treviso diretto dal Prof.
Santelli. Nel frattempo recuperai la famosa radiografia fatta tre anni prima. Le radiografie si potevano
sovrapporre. E in quell'ospedale, all'epoca, non si erano accorti di nulla. Non sarebbe cambiato un granché, anzi forse è stato meglio così
perché almeno ho vissuto con serenità i primi tre anni di vita di Elena, l'ho allattata per tanti mesi ed ho continuato la mia vita. Comunque i miei
complimenti a quei medici.
Sottoposta a molteplici esami, alla fine il Prof. Santelli, al quale non sarò mai abbastanza grata per la sua bravura, professionalità, sensibilità e
lungimiranza che mi hanno permesso ad arrivare al traguardo, non poté che diagnosticare una fibrosi polmonare idiopatica bilaterale, progressiva
ed irreversibile con conseguente grave insufficienza respiratoria di tipo restrittivo.
E rieccola la "bestia nera".
Il mio futuro, ovviamente, si fece più scuro, le prospettive le conoscevo fin troppo bene. In ogni modo metabolizzato il colpo, non mi abbattei più
di tanto; continuai la mie attività quotidiane, insegnavo danza e ci riuscivo bene, facevo i miei quattro piani di scale, abituandomi a convivere con
il mio modo di respirare, con questa "spada di Damocle" e attendendo l'inevitabile e da me conosciuto peggioramento che mi auguravo arrivasse
il più tardi possibile.
L'allarme di codice rosso arrivò invece prima del voluto. Precisamente al controllo spirometrico dell' 11/09/2001 (data storica anche per tutto il
mondo) i valori erano andati al di sotto del limite di guardia. La pacchia era finita. Da lì il Prof. Santelli iniziò seriamente a parlarmi di trapianto,
possibilità che io, in quel momento, rifiutai per paura e perché non volevo accettare di essere peggiorata fino a quel punto. Dopo avermi convinta, si
mise subito in contatto con il "nostro" reparto di Chirurgia Toracica di Padova. Incontrai il Prof. Sartori l'08/01/2002, il quale mi tracciò la via che
stavo per intraprendere, premettendo subito che non sarebbe stata una passeggiata.
" LA SCALATA DI UNA MONTAGNA E' FATICOSISSIMA. MA QUANDO ARRIVI IN CIMA, IL PANORAMA E'
INDESCRIVIBILE"
Nello stesso tempo mi diede una forte speranza perché mi presentavo in condizioni fisiche molto buone che consentivano di avere tempo sufficiente.
Dopo l'effettuazione di tutti gli esami, che tutti noi conosciamo, entrai definitivamente in lista d'attesa il 23/04/2002. Nel frattempo il 26/02/2002
avevo iniziato ad usare l'ossigeno. Non dimenticherò mai il giorno che portarono i bombolotti a casa e gli occhi di mio fratello quando mi vide con
le cannucce sul naso. Per il momento aveva vinto ancora lei, "la bestia nera". Da quel momento però, le giurai una dura battaglia.
Da quel giorno io entrai nel tunnel della mia nuova vita. Era buio e la luce non si poteva vedere. Le possibilità di farcela c'erano, ma non la
certezza e non la sicurezza di avere la forza di non mollare perché purtroppo io sapevo come sarebbe evoluta la cosa. L'immagine di mio papà ,
più sfortunato di me, di quanto ha sofferto non è mai stata così limpida come in quel periodo. Mai e poi mai ho parlato tanto con lui come nei
giorni più bui e di maggior sconforto. Per rallegrarmi, mi convincevo, vedendolo sorridermi, che da lassù, da buon organizzatore qual' é sempre
stato, aveva già preparato tutto e sapeva che senz'altro sarebbe arrivato al momento giusto per me un organo donato da non si sa chi con un gesto
d'amore, di generosità e di altruismo inestimabili.
05/04/2003 - ore 4.00 di sabato mattina. La TELEFONATA " Signora, sono la dott. ssa Loy , ci è stata segnalata una donatrice compatibile con lei.
Io parto per Torino, lei arrivi al Policlinico alle 8.30. " Ho chiuso gli occhi ed ho visto realmente la luce all'uscita del tunnel.
ore 11.30 - entro in sala operatoria. Mi addormento, malata.
ore 16.00 - domenica 06/04/2003 mi risveglio in rianimazione, guarita
08/04/2003 - salgo in reparto
10/04/2003 - primo pianto di liberazione e di gioia. Magnifico
30/04/2003 - broncoscopia per rigetto. No, non c'è. Rigetto mi evoca la parola rifiuto. Come si fa a rifiutare un dono del genere? Io fin dalle prime
ore parlavo ai miei "bambini bianchi" dicendo loro di non far la lotta col nuovo arrivato, ma di giocarci insieme. Mi hanno sempre ascoltato
e tuttora mi ascoltano. ( lo stesso non vale per cito, il mio amante focoso, che non mi ha abbandonato per tutto il primo anno; penso di essere
diventata famosa in reparto per questo).
02/05/2003 - ore 20.30 " Signora, può tornare a casa ". Ho percorso il corridoio del reparto senza mai guardarmi indietro. Mi lasciavo alle spalle
un periodo della mia vita difficilissimo, la mia nuova vita aveva inizio da lì.
Arrivata a casa, ho inondato di luce e di lacrime tutte le stanze. Non vi dico a rivedere la mia bimba.
E' per lei , per mio marito, per tutte le persone che mi vogliono bene che ho lottato fino alla fine con
la "bestia nera" Le avevo giurato battaglia fin dall'inizio. Essa aveva già vinto una volta.
1 a 1 PARTITA FINITA.
La mia montagna era diventata una collina. Ora a distanza di otto anni, è un dosso e la mia vita è Meravigliosa.
Durante l'anno d'attesa ed un pò oltre ho affidato ad un semplicissimo block notes i miei pensieri, le mie emozioni, le mie sensazioni che mi
venivano in mente a qualsiasi ora della giornata e in qualsiasi momento. Buttate là, ascoltando il mio cuore, per sfogo, talvolta senza forma. Il
mio trapianto fu meraviglioso e sono sempre più convinta che qualcosa di miracoloso Lassù in tutto ciò è avvenuto. Potei togliere così il punto di
domanda e sostituirlo con una data.
23/04/2002 NIT
05/04/2003 TRAPIANTO
Ora che tutto è finito, guai se non avessi iniziato quel libretto. Ancora adesso ogni tanto lo rileggo. Mi aiuta e tenere vivo il ricordo delle sensazioni
indescrivibili provate, mi aiuta a non aver più " paura di avere paura", mi aiuta a ricordare sempre quanto non ci si rende conto mai abbastanza,
quanto vuol dire avere la salute, mi aiuta a ricordare il privilegio che abbiamo noi che abbiamo conosciuto, perché no, il pensiero della morte
di cogliere l'essenza vera delle piccole cose, mi aiuta a ricordare che la vita è bella nonostante tutto perché è pur sempre la tua vita, mi aiuta a
ricordare che è normale avere momenti di cedimento perché nessuno mai ci ha chiesto di essere dei super uomini, mi aiuta a ricordare di non dar
nulla per scontato, il camminare, il parlare, il respirare, mi aiuta a non perder mai la speranza, mi aiuta a ricordare sempre le persone che soffrono
più sfortunate di noi, mi aiuta a ricordare che il TRAPIANTO E' VITA. DONARE GLI ORGANI è DONARE VITA.
Un grazie dal più profondo del cuore a quella donna e alla sua famiglia che con la loro generosità mi hanno ridato la vita.
Un grazie alla nostra insostituibile dottoressa, donna di inestimabile bravura e professionalità.
Un grazie alle preziosissime mani del nostro carissimo Chirurgo
Un grazie ai nostri Pneumologi di fiducia.
Un grazie a tutto il personale del reparto, ineguagliabile nelle sue capacità e dedizione alla "nostra grande famiglia".
E un grazie a mio papà, al quale dedico questa mia semplice storia.
Giovanna CORDER
Potete pubblicare questa mia testimonianza sul blog Trapianti...il dono della vita.
IL MIO AMICO O
Il 26 febbraio 2002 iniziai ad usare l'ossigeno.
La mattina mi portarono a casa i bombolotti. Ero distesa a letto: attonita, incredula, spaventata, choccata. Loro
dopo 14 anni erano rientrati a casa mia.
Subito dissi "Io non esco più di casa", disperata com'ero.
No, scherziamo!!!! Mi venne in mente subito l'esempio di mio papà e quello che mi ero sempre promessa fin
dall'inizio dell' apertura della mia dura parentesi.
Al pomeriggio stesso alle 16.00 ero fuori scuola per prendere mia figlia.
I bambini mi guardarono strabuzzando i loro ingenui occhietti: alcuni, i più audaci, i più curiosi, mi domandarono cosa
fosse e perchè avessi quei tubicini nel naso. Io semplicemente risposi" E' un aerosol speciale che viene dalla Luna
perchè non mi passa la tosse". Loro andarono via contenti perchè forse credevano di aver visto, mah, chissà, un
aerosol da extraterrestre :-) :-) .
Subito, come è mia abitudine per sdramatizzare le cose, diedi un nome allo stroller e al bombolotto. Li chiamai CIP (
lo stroller ) CIOP ( il bombolotto), facendo così anche la felicità di Elena, mia figlia che allora era una piccola bimba di
8 anni. Quante volte poi parlavamo e scherzavamo su di loro: spesso le dicevo che quando la mamma sarebbe
guarita avrebbe preso Cip e Ciop e buttati fuori dalla finestra lanciandoli come un frisbee....e per strada sarebbero
arrivati in testa a qualcuno .....ohi, ohi, che male!! e Elena giù a ridere :-) :-).
In casa, soprattutto la notte, mi attaccavo a Ciop, invece, finchè le forze me lo permisero portavo fuori Cip dentro uno
zaino aperto in alto, sulle spalle. Uscivo, camminavo, andavo per negozi, in macchina dosando la quantità a seconda
della necessità e a quello che mi avevano detto i medici.
Quando, invece, la malattia iniziava sempre più a farsi sentire, le forze ed il fiato erano quelli che erano, Cip lo misi
su un carrellino e me lo trascinavo a mò di cagnolino, quando ovviamente non ero accompagnata da qualcuno.
La cosa più fastidiosa che ricordo è , avendo passato anche l'inverno insieme a Cip e Ciop, il naso sempre freddo a
causa del flusso gelido che costantemente entrava. Mi ero anche procurata un piccolo cappuccio di lana da collocare
sul naso...ma niente...certe sere arrivavo talmente stanca che, avendo il naso praticamente congelato, non riuscivo
più a capire se respiravo, quanto, che ossigenazione avevo...e via a misurare col saturimetro...mah che confusione!!!
Contuinuavo a fare la mia cyclette con CIOP perchè l'unico modo per non farsi infinocchiare proprio del tutto dalle
nostre malattie è quello, finchè si può, di mantenere attivi i muscoli soprattutto quelli polmonari. Perfino, ricordo,
venerdì 4 aprile 2003, la mattina prima della mia "chiamata" ero lì in sella con l'ossigeno ormai a gogò, ma dovevo
farlo!!! (Ovviamente seguendo, e sempre lo dovete fare, la quantità che vi serve secondo il giudizio dei medici. Il
livello di guardia scende quando si va sotto i 90 di ossigenazione).
Tornata a casa dal trapianto, Cip e Ciop erano stati collocati, per mio ordine, fuori sulle scale. In quel momento non
avevo il coraggio, la voglia di vederli. Un giorno mi capitò di uscire per recuperare una bottiglia d'acqua. E lì li rividi.
Dissi loro "Grazie, amici miei, mi avete rotto sì, tanto le balle, ma solo voi mi avete tenuto in vita...grazie ed ancora
grazie, cari Cip e Ciop"
Il giorno che l'addetto al rifornimento li venne a prendere, stringendomi la mano mi salutò dicendomi " "Bene,
arrivederci" ed il gli risposi " Guardi sinceramente non vorrei più rivederlo...se non per un caffè" ed entrambi ci
mettemmo cordialmente a ridere. Per il momento....quel gentile signore non l'ho più rivisto.
Amici/che in scalata che conosco o anche altri a cui questa storia può arrivare, so che alcuni già lo fanno senza
problemi, altri non ancora, altri ci stanno pensando, altri ancora non se la sentono....USCITE FIERI, NON
VERGOGNATEVI, non avete ammazzato nessuno, non avete commesso nessun reato. Pensate quanta gente con
la coscienza sporca dovrebbe veramente chiudersi in casa od uscire con un cappuccio in testa!.
Se qualcuno vi continuerà ad osservare con occhi sì curiosi ma anche irriverenti, come è capitato non tanto a me ma
con mio papà, fissatelo anche voi e dentro di voi ditegli " Problemi, se sono malato? Dio ha voluto così perchè
sono un GRANDE!"
Giovanna CORDER
Potete pubblicare questa mia testimonianza sul blog Trapianti...il dono della vita.
La mattina mi portarono a casa i bombolotti. Ero distesa a letto: attonita, incredula, spaventata, choccata. Loro
dopo 14 anni erano rientrati a casa mia.
Subito dissi "Io non esco più di casa", disperata com'ero.
No, scherziamo!!!! Mi venne in mente subito l'esempio di mio papà e quello che mi ero sempre promessa fin
dall'inizio dell' apertura della mia dura parentesi.
Al pomeriggio stesso alle 16.00 ero fuori scuola per prendere mia figlia.
I bambini mi guardarono strabuzzando i loro ingenui occhietti: alcuni, i più audaci, i più curiosi, mi domandarono cosa
fosse e perchè avessi quei tubicini nel naso. Io semplicemente risposi" E' un aerosol speciale che viene dalla Luna
perchè non mi passa la tosse". Loro andarono via contenti perchè forse credevano di aver visto, mah, chissà, un
aerosol da extraterrestre :-) :-) .
Subito, come è mia abitudine per sdramatizzare le cose, diedi un nome allo stroller e al bombolotto. Li chiamai CIP (
lo stroller ) CIOP ( il bombolotto), facendo così anche la felicità di Elena, mia figlia che allora era una piccola bimba di
8 anni. Quante volte poi parlavamo e scherzavamo su di loro: spesso le dicevo che quando la mamma sarebbe
guarita avrebbe preso Cip e Ciop e buttati fuori dalla finestra lanciandoli come un frisbee....e per strada sarebbero
arrivati in testa a qualcuno .....ohi, ohi, che male!! e Elena giù a ridere :-) :-).
In casa, soprattutto la notte, mi attaccavo a Ciop, invece, finchè le forze me lo permisero portavo fuori Cip dentro uno
zaino aperto in alto, sulle spalle. Uscivo, camminavo, andavo per negozi, in macchina dosando la quantità a seconda
della necessità e a quello che mi avevano detto i medici.
Quando, invece, la malattia iniziava sempre più a farsi sentire, le forze ed il fiato erano quelli che erano, Cip lo misi
su un carrellino e me lo trascinavo a mò di cagnolino, quando ovviamente non ero accompagnata da qualcuno.
La cosa più fastidiosa che ricordo è , avendo passato anche l'inverno insieme a Cip e Ciop, il naso sempre freddo a
causa del flusso gelido che costantemente entrava. Mi ero anche procurata un piccolo cappuccio di lana da collocare
sul naso...ma niente...certe sere arrivavo talmente stanca che, avendo il naso praticamente congelato, non riuscivo
più a capire se respiravo, quanto, che ossigenazione avevo...e via a misurare col saturimetro...mah che confusione!!!
Contuinuavo a fare la mia cyclette con CIOP perchè l'unico modo per non farsi infinocchiare proprio del tutto dalle
nostre malattie è quello, finchè si può, di mantenere attivi i muscoli soprattutto quelli polmonari. Perfino, ricordo,
venerdì 4 aprile 2003, la mattina prima della mia "chiamata" ero lì in sella con l'ossigeno ormai a gogò, ma dovevo
farlo!!! (Ovviamente seguendo, e sempre lo dovete fare, la quantità che vi serve secondo il giudizio dei medici. Il
livello di guardia scende quando si va sotto i 90 di ossigenazione).
Tornata a casa dal trapianto, Cip e Ciop erano stati collocati, per mio ordine, fuori sulle scale. In quel momento non
avevo il coraggio, la voglia di vederli. Un giorno mi capitò di uscire per recuperare una bottiglia d'acqua. E lì li rividi.
Dissi loro "Grazie, amici miei, mi avete rotto sì, tanto le balle, ma solo voi mi avete tenuto in vita...grazie ed ancora
grazie, cari Cip e Ciop"
Il giorno che l'addetto al rifornimento li venne a prendere, stringendomi la mano mi salutò dicendomi " "Bene,
arrivederci" ed il gli risposi " Guardi sinceramente non vorrei più rivederlo...se non per un caffè" ed entrambi ci
mettemmo cordialmente a ridere. Per il momento....quel gentile signore non l'ho più rivisto.
Amici/che in scalata che conosco o anche altri a cui questa storia può arrivare, so che alcuni già lo fanno senza
problemi, altri non ancora, altri ci stanno pensando, altri ancora non se la sentono....USCITE FIERI, NON
VERGOGNATEVI, non avete ammazzato nessuno, non avete commesso nessun reato. Pensate quanta gente con
la coscienza sporca dovrebbe veramente chiudersi in casa od uscire con un cappuccio in testa!.
Se qualcuno vi continuerà ad osservare con occhi sì curiosi ma anche irriverenti, come è capitato non tanto a me ma
con mio papà, fissatelo anche voi e dentro di voi ditegli " Problemi, se sono malato? Dio ha voluto così perchè
sono un GRANDE!"
Giovanna CORDER
Potete pubblicare questa mia testimonianza sul blog Trapianti...il dono della vita.
giovedì 19 maggio 2011
Il racconto di vita di Crescenzo
Era il lontano marzo 1989 quanto all'improvviso la mia vita è cambiata, i miei
sogni di quello che volevo fare e essere da grande sono spariti,il sorriso si è
spento.
Tutto è diventato buio, e le unche luci che vedevo, o che credevo fossero
luci, erano gli allarmi della mia macchina di dialisi da una parte, e le
lacrime della mia mamma dall'altra.
Si la mia mamma che piangeva di nascosto per nn farmi capire che stava male,
che fino ai miei 18 anni mi ha accompagnato dovunque, è stata al mio fianco e
lo è ancora tutt'oggi, che anche se nn avevo la maturità di fare delle scelte
ascoltava sempre le mie volontà e mi seguiva in ogni mia scelta, giusta o
sbagliata.
Ancora oggi lei è la persona al quale devo tanto di quello che sono e
dell'essere uomo, anche se la vita mi ha fatto crescere in fretta, e di errori
ne ho fatti tanti, ma lei è sempre li a prendermi per mano e guidarmi come
quando ero bambino e ancora oggi piange per me ma di nascosto.
Ora dopo questa piccola parentesi ritorniamo alla mia storia.
Nella mia adolescenza ho imparato ad osservarti, a conoscerti bene e alla fine
ad innamorarmi di te(la macchina della dialisi).
Poi nel 1991 è arrivato il momento di quella fatidica e agoniata telefonata, e
li a dire il vero anche se con paura ho ritrovato un bricilo di dignità, e di
cosa significava vivere nella normalità.
Sapevo che alle mie spalle avevo qualcuno che mi diceva ritornerai presto da
me, ed io sarò li ad aspettarti (la dialisi).
Mi sentivo forte, invunnerabile, nulla mi faceva paura, e pensavo che la mia
vita fosse cambiata, ma nel 1994 arrivò a me una mano stesa che mi disse
stringimi e vieni via con me, era il mio vecchio amore che era ritornato a
prendermi e riportarmi nel buio più asooluto.
E cosi si ritornava a contare i minuti , le ore e i giorni, di nuovo le corse
nei vari centri x inserirmi nei centri trapianti, con un unica speranza......la
VITA.....
Nel 1997 arriva la chiamata e con molti dubbi, ma con la speranza di ritornare
a rinascere a miglior vita mi recopresso il centro.
La solita preparazine, le solite raccomandazioni e si si parte, ma l'avvio nn
è dei migliori, comunque anche se dura riesco a uscire dal tunnel e ritorno a
vivere con speranze di una vita migliore, di speranze, aspirazione e la
possibilità di iniziare a relizzare qualche sogno nel cassetto.
Ma ad essere sincero nella mia mente c'era sempre una vocina che mi
tormentava...........era quella della dialisi che nn mi abbandonava.
Mi sussurrava mi hai tradito di nuovo ma io sono qui ad aspettarti e sai che
prima o poi sarai di nuovo mio.
Passano i giorni e passano i mesi e gli anni e quella vocina diveniva sempre
più flebile, fino ad arrivare ad nn sentirla più.
Ma nell'aprle del 2008 la vocina entra insistentemente nella mia mente e mi
porge di nuovo la sua mano e esattamente il 06/05/2008 mi abbandono e mi faccio
trascinare di nuovo da lei la dialisi................
oggi posso dire, anzi affermo che lei è stato il mio primo amore, e a volte mi
incazzo con lei perchè mi ha rubato l'adolescenza, il periodo più bello della
mia vita, ma alla fine come ad una donna la si perdona e si ritorna ad amre,
xkè al momento è parte della mia vita e nn mi abbandonerà mai.
Ora ancora fiducioso nella vita e nella sua bellezza mi sono reinserito in
lista d'attesa per affrontare una nuova avventura che è quella di fare un terzo
trapianto.
MARZO 1989 - 2011, LA MIA VITA.......22 anni.
Ma in questi 22 anni devo ringraziare le famiglie dei miei due angeli il quale
ho avuto il piacere di conoscere e che ancora oggi mi sono vicini e che grazie
al loro gesto d'amore mi hanno ridato x due volte la vita.
Un ringraziamento va in particolare a tutti quelli che lavorano nei centri
dialisi, nefrologia e centri trapianti che mi hanno conosciuto negli anni e che
ancora tutt'ora mi seguono e mi guidono passo passo, e sopratutto mi
sopportano.................
---acconsento alla pubblicazione...
sogni di quello che volevo fare e essere da grande sono spariti,il sorriso si è
spento.
Tutto è diventato buio, e le unche luci che vedevo, o che credevo fossero
luci, erano gli allarmi della mia macchina di dialisi da una parte, e le
lacrime della mia mamma dall'altra.
Si la mia mamma che piangeva di nascosto per nn farmi capire che stava male,
che fino ai miei 18 anni mi ha accompagnato dovunque, è stata al mio fianco e
lo è ancora tutt'oggi, che anche se nn avevo la maturità di fare delle scelte
ascoltava sempre le mie volontà e mi seguiva in ogni mia scelta, giusta o
sbagliata.
Ancora oggi lei è la persona al quale devo tanto di quello che sono e
dell'essere uomo, anche se la vita mi ha fatto crescere in fretta, e di errori
ne ho fatti tanti, ma lei è sempre li a prendermi per mano e guidarmi come
quando ero bambino e ancora oggi piange per me ma di nascosto.
Ora dopo questa piccola parentesi ritorniamo alla mia storia.
Nella mia adolescenza ho imparato ad osservarti, a conoscerti bene e alla fine
ad innamorarmi di te(la macchina della dialisi).
Poi nel 1991 è arrivato il momento di quella fatidica e agoniata telefonata, e
li a dire il vero anche se con paura ho ritrovato un bricilo di dignità, e di
cosa significava vivere nella normalità.
Sapevo che alle mie spalle avevo qualcuno che mi diceva ritornerai presto da
me, ed io sarò li ad aspettarti (la dialisi).
Mi sentivo forte, invunnerabile, nulla mi faceva paura, e pensavo che la mia
vita fosse cambiata, ma nel 1994 arrivò a me una mano stesa che mi disse
stringimi e vieni via con me, era il mio vecchio amore che era ritornato a
prendermi e riportarmi nel buio più asooluto.
E cosi si ritornava a contare i minuti , le ore e i giorni, di nuovo le corse
nei vari centri x inserirmi nei centri trapianti, con un unica speranza......la
VITA.....
Nel 1997 arriva la chiamata e con molti dubbi, ma con la speranza di ritornare
a rinascere a miglior vita mi recopresso il centro.
La solita preparazine, le solite raccomandazioni e si si parte, ma l'avvio nn
è dei migliori, comunque anche se dura riesco a uscire dal tunnel e ritorno a
vivere con speranze di una vita migliore, di speranze, aspirazione e la
possibilità di iniziare a relizzare qualche sogno nel cassetto.
Ma ad essere sincero nella mia mente c'era sempre una vocina che mi
tormentava...........era quella della dialisi che nn mi abbandonava.
Mi sussurrava mi hai tradito di nuovo ma io sono qui ad aspettarti e sai che
prima o poi sarai di nuovo mio.
Passano i giorni e passano i mesi e gli anni e quella vocina diveniva sempre
più flebile, fino ad arrivare ad nn sentirla più.
Ma nell'aprle del 2008 la vocina entra insistentemente nella mia mente e mi
porge di nuovo la sua mano e esattamente il 06/05/2008 mi abbandono e mi faccio
trascinare di nuovo da lei la dialisi................
oggi posso dire, anzi affermo che lei è stato il mio primo amore, e a volte mi
incazzo con lei perchè mi ha rubato l'adolescenza, il periodo più bello della
mia vita, ma alla fine come ad una donna la si perdona e si ritorna ad amre,
xkè al momento è parte della mia vita e nn mi abbandonerà mai.
Ora ancora fiducioso nella vita e nella sua bellezza mi sono reinserito in
lista d'attesa per affrontare una nuova avventura che è quella di fare un terzo
trapianto.
MARZO 1989 - 2011, LA MIA VITA.......22 anni.
Ma in questi 22 anni devo ringraziare le famiglie dei miei due angeli il quale
ho avuto il piacere di conoscere e che ancora oggi mi sono vicini e che grazie
al loro gesto d'amore mi hanno ridato x due volte la vita.
Un ringraziamento va in particolare a tutti quelli che lavorano nei centri
dialisi, nefrologia e centri trapianti che mi hanno conosciuto negli anni e che
ancora tutt'ora mi seguono e mi guidono passo passo, e sopratutto mi
sopportano.................
---acconsento alla pubblicazione...
GRAZIE
Grazie, a chi ha visitato il nostro blog,
grazie a chi sta per farlo,
grazie a chi lo farà.
Grazie a chi ha dedicato un pò
del suo tempo,
per leggere le nostre storie.
Grazie a chi, per un attimo
ha condiviso, le nostre speranze,
le nostre gioie, le nostre paure,
i nostri dolori, le nostre angoscie.
Sper di cuore che i nostri scritti,
abbiano portato qualcuno
a pensare seriamente
alla donazione di organi, come un gesto d'amore.
Grazie di tutto cuore
a voi tutti da parte di tutti noi
che viviamo nell'attesa.
(Luciana Favuzzi)
La storia di Carmela
Nel 1993 mi ammalo di glomerulonefrite a causa di una dieta, il medico a quei tempi mi ha curato con psicofarmaci, che in due mesi mi ha letteralmente ucciso due reni, infatti: a maggio comincio la cura e ad agosto vengo ricoverata di urgenza in ospedale. Il 13 agosto faccio la mia prima dialisi e da quel giorno passeranno due anni, riesco ad entrare in lista trapianto il 18 settembre del 1994 e fortunatamente dopo 7 mesi mi viene dato l'allarme al trapianto alle 10.30 di sera corro in ospedale per gli ultimi accertamenti ed il giorno dopo il 19 aprile del 1995 alle 14.00 vengo trapiantata a Bergamo all'ospedale riuniti dal più grande dei luminari di trapianti di organi: Prof. Locatelli.
il mio rene ha funzionato subito e da allora sono passati 16 anni. Il mio trapianto è stato fatto da cadavere e le uniche informazioni che mi hanno dato in merito sono state: il donatore era un ragazzo di 23 anni morto in un incidente motociclistico nel bergamasco e mi ha donato il rene sinistro. Grazie al mio ANGELO oggi rivivo e mi godo mia figlia che oggi ha 20 anni e che nel momento in cui mi sono ammalata aveva soltanto 2 anni, due mesi fa mi a figlia ha preso una decisione importante: è andata al Policlinico della mia città (Milano) all'ufficio iscrizioni per la donazione degli organi, si è iscritta e da allora è una futura donatrice di organi, io sono felice e fiera della sua scelta. Basta veramente poco per compiere un gesto cosi importante la sua frase riferitami è stata quella di: "farò un dono anche io un giorno, ricambiando il dono che un giorno fecero a te!" compiere questo immenso gesto di generosità e amore ci rende forti.
Ciao Sergio spero che il mio racconto ti possa essere utile, con affetto Carmela :)
il mio rene ha funzionato subito e da allora sono passati 16 anni. Il mio trapianto è stato fatto da cadavere e le uniche informazioni che mi hanno dato in merito sono state: il donatore era un ragazzo di 23 anni morto in un incidente motociclistico nel bergamasco e mi ha donato il rene sinistro. Grazie al mio ANGELO oggi rivivo e mi godo mia figlia che oggi ha 20 anni e che nel momento in cui mi sono ammalata aveva soltanto 2 anni, due mesi fa mi a figlia ha preso una decisione importante: è andata al Policlinico della mia città (Milano) all'ufficio iscrizioni per la donazione degli organi, si è iscritta e da allora è una futura donatrice di organi, io sono felice e fiera della sua scelta. Basta veramente poco per compiere un gesto cosi importante la sua frase riferitami è stata quella di: "farò un dono anche io un giorno, ricambiando il dono che un giorno fecero a te!" compiere questo immenso gesto di generosità e amore ci rende forti.
Ciao Sergio spero che il mio racconto ti possa essere utile, con affetto Carmela :)
acconsento alla pubblicazione della mia lettera (AUGURANDOMI CHE POSSA SERVIRE) nessun problema alla pubblicazione del mio nome di battesimo Carmela ciao a tutti
domenica 15 maggio 2011
( SI ) Una semplice parola con molti significati.
La parola SI apre sempre molte strade nuove, la parola NO chiude sempre ogni speranza, è così nella vita di tutti i giorni come nelle grandi scelte della nostra esistenza.
SI, meraviglioso albero pieno di radici e rami fioriti, NO arido deserto davanti al quale non cresce nulla.
La vita comincia con un SI e a volte serve un SI per poterla proseguire.
SI detto in chiesa davanti al parroco unisce due persone in matrimonio e si crea una famiglia.
Quando si chiedeva ai nostri genitori di andare fuori con gli amici e ti sentivi dire SI eri felice.
Quando chiedi comunque qualcosa di importante e ti senti rispondere SI sei una persona felice.
Quando hai la salute spesso si è egoisti, non si pensa a niente, solo a se stessi.
Quando vai in ospedale a trovare parenti o amici pensi sempre che a te non succeda mai niente, ti vanti della tua fortuna, spesso si è indifferenti.
Quando ti capita una disgrazia, nessuno comunque è preparato, un tuo caro è morto, non c'è più nulla da fare, sei distrutto, ma qualcuno ti chiede una cosa: vuole donare gli organi? l'attimo più brutto di una persona davanti ad una simile domanda, l'attimo in cui non c'è tempo per pensare, si deve solo decidere: SI o NO
Niente cambia la morte, ma con la parola SI si riaccende una nuova vita a molte persone, persone che senza questo SI stanno per morire, non hanno più nessuna speranza, non ci sono cure per la malattia che si ha, serve solo un trapianto.
Queste poche righe le ho potute scrivere grazie ad una persona che davanti alla morte del proprio caro quando si è sentita chiedere: vuole donare gli organi? in quel momento di dolore ha avuto la forza di dire SI ridando la vita a me e a diverse altre persone.
Questo dono è molto difficile da fare, ma un domani chiunque di noi si potrebbe trovare davanti alla morte, sperando che qualcuno dica un SI per poter continuare a vivere.
La scienza è arrivata a far rivivere una persona che sta per morire, ma senza quella piccola parola SI la scienza non può fare nulla.
16 agosto 2009 qualcuno ha detto SI il 17 sono ritornato a nuova vita.
Grazie, a tutti coloro che hanno la forza di donare.Per contatti: sergio.penolazzi@alice.it
Quando si chiedeva ai nostri genitori di andare fuori con gli amici e ti sentivi dire SI eri felice.
Quando chiedi comunque qualcosa di importante e ti senti rispondere SI sei una persona felice.
Quando hai la salute spesso si è egoisti, non si pensa a niente, solo a se stessi.
Quando vai in ospedale a trovare parenti o amici pensi sempre che a te non succeda mai niente, ti vanti della tua fortuna, spesso si è indifferenti.
Quando ti capita una disgrazia, nessuno comunque è preparato, un tuo caro è morto, non c'è più nulla da fare, sei distrutto, ma qualcuno ti chiede una cosa: vuole donare gli organi? l'attimo più brutto di una persona davanti ad una simile domanda, l'attimo in cui non c'è tempo per pensare, si deve solo decidere: SI o NO
Niente cambia la morte, ma con la parola SI si riaccende una nuova vita a molte persone, persone che senza questo SI stanno per morire, non hanno più nessuna speranza, non ci sono cure per la malattia che si ha, serve solo un trapianto.
Queste poche righe le ho potute scrivere grazie ad una persona che davanti alla morte del proprio caro quando si è sentita chiedere: vuole donare gli organi? in quel momento di dolore ha avuto la forza di dire SI ridando la vita a me e a diverse altre persone.
Questo dono è molto difficile da fare, ma un domani chiunque di noi si potrebbe trovare davanti alla morte, sperando che qualcuno dica un SI per poter continuare a vivere.
La scienza è arrivata a far rivivere una persona che sta per morire, ma senza quella piccola parola SI la scienza non può fare nulla.
16 agosto 2009 qualcuno ha detto SI il 17 sono ritornato a nuova vita.
Grazie, a tutti coloro che hanno la forza di donare.Per contatti: sergio.penolazzi@alice.it
Acconsento alla pubblicazione su Trapianti...il dono della vita
Grazie Davide....mamma e papà
DAVIDE....DOLCISSIMO AMORE NOSTRO.....
GRAZIE PER LA TUA IMMENSA GENEROSITA' CHE TI HA SEMPRE CONTRADISTINTO FIN DA QUANDO ERI QUI CON NOI.....ANCHE DOPO LA TUA MORTE IL TUO NOBILE GESTO HA RIDATO LA VITA A TANTE ALTRE PERSONE, HAI PERMESSO A PERSONE DI RIVEDERE UN BEL TRAMONTO....UNA BELLISSIMA ALBA....HAI PERMESSO DI FARE RIASSAPORARE DI NUOVO LA VITA A COLORO CHE NE AVEVANO BISOGNO. TU ANGELO MIO, HAI SEMPRE CREDUTO NELLA DONAZIONE, COME TRA L'ALTRO IO E PAPA'...
TI AMIAMO DI BENE!!!!!...MAMMA E PAPA'
**** DO IL CONSENSO A PUBBLICARE QUESTO MIO RINGRAZIAMENTO A MIO FIGLIO SU....TRAPIANTI....IL DONO DELLA VITA.....DORIA
sabato 14 maggio 2011
IL DONO PIU' GRANDE
“Lei non potrà e non dovrà più fare lavori pesanti, ma può fare domanda di pensione, mi dispiace ma l’unico rimedio per questa malattia è il trapianto, ma non si preoccupi perché soltanto un caso su mille peggiora fino a questo punto”,questo mi è stato detto in ospedale dopo avere avuto la notte prima un fortissimo dolore al petto, fino al punto di sentirmi mancare,. Sul momento restai come sconvolto, mi aggrappai all’idea che il dottorestesse scherzando per poi dirmi “ sa lei è sano come un pesce” oppure “lei stava proprio per credere al mio scherzo il suo era un semplice malore passeggero”, ma aimè solo quando compresi che non si trattava di uno scherzo ma che era tutto quanto vero, che la diagnosi fu “cardiomiopatia dilatativa idiopatica aritmogena”pensavo che a me non sarebbe mai potuto capitare una cosa del genere, mi sentii crollare il mondo addosso, i miei occhi si riempirono di lacrime, che a stento riuscivo a trattenere per mostrarmi forte e non sembrare un bambino, anche se non piansi in quel momento avrei voluto essere solo e lasciarmi andare in un pianto liberatorio. Intanto la mia salute andava peggiorando vistosamente di giorno in giorno,dopo innumerevoli ricoveri in vari ospedali, nel mese di marzo del 2004 fui inserito in lista di attesa per il trapianto all’ospedale ferrarotto di Catania, ma non pensavo che ci sarei mai arrivato a quel traguardo, al solo pensiero che per sopravvivere io doveva perdere la vita qualcun altro, mi faceva sentire un verme. Un giorno, che non potrò mai cancellare dalla mia mente, precisamente il 09/07/2004, arrivo la tanto attesa telefonata dall’ospedale, che mi diceva che c’era un cuore compatibile per me, mi vennero a prelevare in elicottero, e nel tardo pomeriggio fui trapiantato. Da allora sono passati sette anni che io vivo grazie all’angelo che porto in petto, e anche lui vive ancora dentro di me,fin dal primo giorno il mio sogno era di conoscere la famiglia che mi ha fatto questo immenso dono, e il volto del mio angelo, e ci sono riuscito, ogni tanto vado a trovare i famigliari del mio angelo, e anche a portare dei fiori sulla sua tomba. Per concludere questa mia breve lettera, voglio dire che anche qui sulla terra ci sono degli angeli, e sono tutti coloro che pur avendo subito qualche perdita straziante, riescono ad avere la forza di far rivivere qualcun altro con un grandissimo dono: LA VITA!!! . Un grazie anche agli straordinari e bravissimi medici che rendono possibile tutto ciò. Questa è la mia testimonianza,spero che magari serva un pochettino a sensibilizzaredi più alla donazione degli organi, grazie per averla letta.
G.P.
venerdì 13 maggio 2011
La Storia Di Anna
Noi.....io e mio marito abbiamo donato gli organi di nostra figlia Cristina .
Abbiamo preso questa decisione , il momento in cui i medici dell'ospedale San
Carlo di Potenza , ci hanno comunicato che purtroppo per lei non c'era più
niente da fare . Abbiamo firmato quei documenti , sapendo che lei avrebbe
voluto così.......Lei infatti era una ragazza di 22 anni , molto solare ,
altruista , che sapeva dare senza mai chiedere o aspettarsi nulla in cambio .
L'espianto è avvenuto nella notte fra il 16 e il 17 agosto 2007. Di Krys son
stati donati i 2 reni,il fegato e il cuore . Sappiamo che il cuore è stato
trapiantato a Cagliari , un rene e il fegato a Roma e il rene destro a Reggio
Calabria . Sappiamo che è proprio il rene destro perchè abbiamo conosciuto la
ricevente : Filomena ....una donna straordinaria !!!.......Vorremo tanto
conoscere gli altri riceventi , sapere se stanno bene , se hanno potuto
ricominciare una nuova vita....e , queste sono le cose , come spesso diciamo ,
che ci aiutano ad andare avanti............perchè dopo una così grande tragedia
, una così grave perdita , incolmabile , non è così facile , riprendere a
vivere !!!..........grazie a voi
tutti......
Anna Margherita.
Potete pubblicare questa mia lettera
ma49a@libero.it
Abbiamo preso questa decisione , il momento in cui i medici dell'ospedale San
Carlo di Potenza , ci hanno comunicato che purtroppo per lei non c'era più
niente da fare . Abbiamo firmato quei documenti , sapendo che lei avrebbe
voluto così.......Lei infatti era una ragazza di 22 anni , molto solare ,
altruista , che sapeva dare senza mai chiedere o aspettarsi nulla in cambio .
L'espianto è avvenuto nella notte fra il 16 e il 17 agosto 2007. Di Krys son
stati donati i 2 reni,il fegato e il cuore . Sappiamo che il cuore è stato
trapiantato a Cagliari , un rene e il fegato a Roma e il rene destro a Reggio
Calabria . Sappiamo che è proprio il rene destro perchè abbiamo conosciuto la
ricevente : Filomena ....una donna straordinaria !!!.......Vorremo tanto
conoscere gli altri riceventi , sapere se stanno bene , se hanno potuto
ricominciare una nuova vita....e , queste sono le cose , come spesso diciamo ,
che ci aiutano ad andare avanti............perchè dopo una così grande tragedia
, una così grave perdita , incolmabile , non è così facile , riprendere a
vivere !!!..........grazie a voi
tutti......
Anna Margherita.
Potete pubblicare questa mia lettera
ma49a@libero.it
Angoscia
Qundo ti dicono che devi subire un trapianto
dentro di te scoppia un uragono,
sensazioni diverse che ti assalgono, come onde altissime
in una tempesta e non ti lasciano pensare.
Le prime emozioni che affiorano, sono la gioia e la paura.
La gioia che hai ancora una speranza di vita
la paura dell'intervento, che certamente non è semplice,
ma che sai che al momento di farlo quella paura
diventerà coraggio e lo affronterai.
Poi di colpo, la mente, ricomincia a pensare
e ad assalirti è l'angoscia
che cresce sempre più e non ti lascia respirare.
Perchè io viva, deve morire qualcuno......
magari un padre o una madre di famiglia, magari un ragazzo o una ragazza,
ma qualcuno deve perdere la sua vita, per permetterti di vivere.
Hai voglia di urlare nooooooooooooooooooooooooooooo
ooooo
non voglio questo, ma l'urlo non esce
si ferma in gola.
Da quel momento, dopo quella consapevolezza,
vorresti rinunciare al trapianto e quel pensiero diventa la tua ossessione.
Cominci a parlarne, con chi è nelle tue stesse condizioni
e scopri che ancheloro hanno avuto lo stesso pensiero.
Ti calmi un pò e cerchi di razionalizzare il tutto,
non sono io a decidere chi deve o chi non deve morire
non ho questo potere, c'è qualcuno
al di sopra di noi che decide.
Piano, piano l'angoscia svanisce
e al suo posto arriva la speranza
e la consapevolezza che grazie a chi subisce un trapianto
quella persona che non c'è più
continua a vivere e che questo può essere di conforto
ai loro cari, in questo modo abbiamo sconfitto la morte.
Il tuo nuovo organo farà parte di , vivrà con te
fino alla fine dei tuoi giorni e con te vivrà il suo proprietario.
Queste persone, noi li chiamiamo i nostri angeli
perchè hanno fatto un gesto d'amore grandissimo
e li ringraziamo all'infinito.
Io non ho ancora il mio di angelo, ma so che arriverà
ora però non c'è giorno che non ringrazii tutti gli angeli,
sono il mio primo pensiero al mattino
e l'ultimo della sera.
GRAZIE ANGELI
dentro di te scoppia un uragono,
sensazioni diverse che ti assalgono, come onde altissime
in una tempesta e non ti lasciano pensare.
Le prime emozioni che affiorano, sono la gioia e la paura.
La gioia che hai ancora una speranza di vita
la paura dell'intervento, che certamente non è semplice,
ma che sai che al momento di farlo quella paura
diventerà coraggio e lo affronterai.
Poi di colpo, la mente, ricomincia a pensare
e ad assalirti è l'angoscia
che cresce sempre più e non ti lascia respirare.
Perchè io viva, deve morire qualcuno......
magari un padre o una madre di famiglia, magari un ragazzo o una ragazza,
ma qualcuno deve perdere la sua vita, per permetterti di vivere.
Hai voglia di urlare nooooooooooooooooooooooooooooo
non voglio questo, ma l'urlo non esce
si ferma in gola.
Da quel momento, dopo quella consapevolezza,
vorresti rinunciare al trapianto e quel pensiero diventa la tua ossessione.
Cominci a parlarne, con chi è nelle tue stesse condizioni
e scopri che ancheloro hanno avuto lo stesso pensiero.
Ti calmi un pò e cerchi di razionalizzare il tutto,
non sono io a decidere chi deve o chi non deve morire
non ho questo potere, c'è qualcuno
al di sopra di noi che decide.
Piano, piano l'angoscia svanisce
e al suo posto arriva la speranza
e la consapevolezza che grazie a chi subisce un trapianto
quella persona che non c'è più
continua a vivere e che questo può essere di conforto
ai loro cari, in questo modo abbiamo sconfitto la morte.
Il tuo nuovo organo farà parte di , vivrà con te
fino alla fine dei tuoi giorni e con te vivrà il suo proprietario.
Queste persone, noi li chiamiamo i nostri angeli
perchè hanno fatto un gesto d'amore grandissimo
e li ringraziamo all'infinito.
Io non ho ancora il mio di angelo, ma so che arriverà
ora però non c'è giorno che non ringrazii tutti gli angeli,
sono il mio primo pensiero al mattino
e l'ultimo della sera.
GRAZIE ANGELI
Francesco, il mio racconto
Mi chiamo Francesco Leone ho 53 anni, sono di origine calabrese e' precisamente di Cosenza, sono stato trapiantato di fegato il 10 dicembre 2009 c\o l'ospedale S.Eugenio in Roma zona Euro dall'equipe del prof. G.Tisone dell'universita di Torvergata Roma . Ad oggi sono trascorsi 17 mesi e' tutto va alla perfezione grazie a quell' angelo che quella sera mi ha ridato la vita.La mia e' una storia molto lunga, ha inizio nel lontano 1985,quando dopo vari esami xke' avevo la transaminasi alta(80) mi dissero che ero affetto da epatite di tipo B .Ho ricevuto la piu' grossa pugnalata che un uomo possa ricevere. Appena sposato da circa 5\6 mesi, come facevo a dire a mia moglie il problema che avevano riscontrato, ma alla fine con tanto coraggio ho raccontato l'esito degli esami......e' adesso ?'..tanta paura e tanta ansia,xhe' devi sapere che appresa la notizia, lei e' in attesa del 1° attuale figlio che oggi ha 25 anni e sta bene in salute.Incomincia da allora un lungo calvario,tra vari ospedali di zona e x fare le vaccinazzioni antiepatite B non vi dico che abbiamo passato,si era pensato addirittura di farla abortire ,poi idea abbandonata intanto la pancia cresceva sempre,l'unica cosa che mi faceva coraggio era il fatto che il bambino mio figlio secondo il parere dei medici sarebbe nato sano,ma la paura e l'ansia non ci lasciava mai.Dopo che e' venuto alla luce il mio bambino,sono partito alla ricerca di un centro specialistico a Roma e da allora che sono stato in cura li. Gli anni passano ma la malattia rimaneva sempre sotto controllo medico,intanto nasceva la 2°creatura una bambina sana anche lei,ad oggi 18 anni compiuti.Gli anni passano ed io continuavo a curarmi con la lamivudina un farmaco specifico!!! Ma nel 1999 la malattia peggiora cosi' da essere sottoposto a biopsia epatica sempre a Romac\o l'ospedale Umberto 1°,ma a sentire i medicila cosa non appariva buona,gia' allora si sospettava un acirrosi epatica,e cosi' e'stato.La cosa va avanti fino alla fine del 2006,ma all'inizio del 2007 il primo ricovero in ospedale cittadino ed e' li che mi diagnosticano la cirrosi epatica, un'altra 2° pugnalata, x tutto il 2007 e 2008 ho girovagato x vari ospedali ma verso la fine del 2008 mi viene consigliato il ricovero c\o l'ospedale S.Eugenio di Roma dove dato le mie precarie condizioni di salute vengo messo in lista d'attesa x trapianto d'organo dove finalmente il 9 dicembre 2009 vengo chiamato xke' si era reso disponibile un organo compatibile,e' cosi' e' stato.Non voglio raccontarvi come abbiamo vissuto questo periodo di attesa x non intaccare la sensibilita' di chi come me vive la stessa storia.Oggi grazie a quella famiglia nobile e altruista,che quella sera in un momento cosi' atroce della loro vita hanno detto si alla donazionr degli organi .Oggi anche se non so chi sono dico loro grazie x sempre xke' con il vs\gesto d'amore avete dato il sorriso ad un'altra famiglia,dove la mia fine era segnata.Grazie da parte deimiei figli...Domenico e Maria Giovanna, da parte di mia moglie Marisa da mamma e papa' e naturalmente da parte mia .....grazie angelo,ti amo anche se non ti conosco.!!!
Angoscia
Qundo ti dicono che devi subire un trapianto
dentro di te scoppia un uragono,
sensazioni diverse che ti assalgono, come onde altissime
in una tempesta e non ti lasciano pensare.
Le prime emozioni che affiorano, sono la gioia e la paura.
La gioia che hai ancora una speranza di vita
la paura dell'intervento, che certamente non è semplice,
ma che sai che al momento di farlo quella paura
diventerà coraggio e lo affronterai.
Poi di colpo, la mente, ricomincia a pensare
e ad assalirti è l'angoscia
che cresce sempre più e non ti lascia respirare.
Perchè io viva, deve morire qualcuno......
magari un padre o una madre di famiglia, magari un ragazzo o una ragazza,
ma qualcuno deve perdere la sua vita, per permetterti di vivere.
Hai voglia di urlare nooooooooooooooooooooooooooooo
ooooo
non voglio questo, ma l'urlo non esce
si ferma in gola.
Da quel momento, dopo quella consapevolezza,
vorresti rinunciare al trapianto e quel pensiero diventa la tua ossessione.
Cominci a parlarne, con chi è nelle tue stesse condizioni
e scopri che ancheloro hanno avuto lo stesso pensiero.
Ti calmi un pò e cerchi di razionalizzare il tutto,
non sono io a decidere chi deve o chi non deve morire
non ho questo potere, c'è qualcuno
al di sopra di noi che decide.
Piano, piano l'angoscia svanisce
e al suo posto arriva la speranza
e la consapevolezza che grazie a chi subisce un trapianto
quella persona che non c'è più
continua a vivere e che questo può essere di conforto
ai loro cari, in questo modo abbiamo sconfitto la morte.
Il tuo nuovo organo farà parte di , vivrà con te
fino alla fine dei tuoi giorni e con te vivrà il suo proprietario.
Queste persone, noi li chiamiamo i nostri angeli
perchè hanno fatto un gesto d'amore grandissimo
e li ringraziamo all'infinito.
Io non ho ancora il mio di angelo, ma so che arriverà
ora però non c'è giorno che non ringrazii tutti gli angeli,
sono il mio primo pensiero al mattino
e l'ultimo della sera.
GRAZIE ANGELI
dentro di te scoppia un uragono,
sensazioni diverse che ti assalgono, come onde altissime
in una tempesta e non ti lasciano pensare.
Le prime emozioni che affiorano, sono la gioia e la paura.
La gioia che hai ancora una speranza di vita
la paura dell'intervento, che certamente non è semplice,
ma che sai che al momento di farlo quella paura
diventerà coraggio e lo affronterai.
Poi di colpo, la mente, ricomincia a pensare
e ad assalirti è l'angoscia
che cresce sempre più e non ti lascia respirare.
Perchè io viva, deve morire qualcuno......
magari un padre o una madre di famiglia, magari un ragazzo o una ragazza,
ma qualcuno deve perdere la sua vita, per permetterti di vivere.
Hai voglia di urlare nooooooooooooooooooooooooooooo
non voglio questo, ma l'urlo non esce
si ferma in gola.
Da quel momento, dopo quella consapevolezza,
vorresti rinunciare al trapianto e quel pensiero diventa la tua ossessione.
Cominci a parlarne, con chi è nelle tue stesse condizioni
e scopri che ancheloro hanno avuto lo stesso pensiero.
Ti calmi un pò e cerchi di razionalizzare il tutto,
non sono io a decidere chi deve o chi non deve morire
non ho questo potere, c'è qualcuno
al di sopra di noi che decide.
Piano, piano l'angoscia svanisce
e al suo posto arriva la speranza
e la consapevolezza che grazie a chi subisce un trapianto
quella persona che non c'è più
continua a vivere e che questo può essere di conforto
ai loro cari, in questo modo abbiamo sconfitto la morte.
Il tuo nuovo organo farà parte di , vivrà con te
fino alla fine dei tuoi giorni e con te vivrà il suo proprietario.
Queste persone, noi li chiamiamo i nostri angeli
perchè hanno fatto un gesto d'amore grandissimo
e li ringraziamo all'infinito.
Io non ho ancora il mio di angelo, ma so che arriverà
ora però non c'è giorno che non ringrazii tutti gli angeli,
sono il mio primo pensiero al mattino
e l'ultimo della sera.
GRAZIE ANGELI
Lettera di Luciana
Salve a tutti, mi chiamo Luciana, ho 53 anni e sono iscritta in lista d'attesa per un trapianto di fegato. La mia storia comincia 2 anni e mezzo fa
fino ad allora vivevo una vita semplice e normale
badavo alla casa, alla famiglia, uscivo con amici, insomma vivevo.
Un bel giorno mi accorgo di avere i piedi e i polpacci gonfi,ho attribuito la cosa ad una ritenzione idrica anche perché ero ingrassata ed ho continuato a vivere come sempre.
La mattina dell'antivigilia di Natale mi son svegliata con una mano gonfia come un panzerotto,
ho pensato di aver dormito in una posizione strana, quel gonfiore però è durato per un bel po'
ma non ci ho fatto caso.
Notavo invece che il mio addome aumentava sempre più, cosi dopo le festività natalizie, decisi di mettermi a dieta,
La dieta però non funzionava ed invece di dimagrire aumentavo di peso,
mai madre cominciò ad assillarmi dicendomi di fare gli esami sanguigni, ma io non le davo retta.
Arrivai a pesare 90 kg con un pancione enorme che sembrava quello di una donna al nono mese di gravidanza e di almeno 4 gemelli. Decisi di rivolgermi al mio ginecologo pensando potesse essere una cisti ovarica. Non dimenticherò mai la sua faccia quando mi vide, mi fece immediatamente un'ecografia e scoprì che avevo il ventre pieno di liquido. In day hospital mi effettuò una paracentesi (prelievo del liquido), me ne tolse 5 lt. e ne mandò un po ad analizzare: lui pensava fosse un tumore alle ovaie, che provoca ascite, l'esito fu negativo. Allora mi dissi di rivolgermi ad un bravo gastroenterologo. Mi crollo il mondo adosso subito pensai al fegato, mi ricoverai nella clinica del migliore che ci fosse a Bari. Li cominciò il mio calvario mi svuotarono un pò togliendomi 12 lt di ascite la diagnosi fu: Cirrosi Epatica. Fu un periodo durissimo, perchè i farmaci non riuscivono ad assorbire l'ascite perciò ero costretta ad andare ogni mese a far lo svuotamento nella disgrazia anche la sfortuna la mia ascite era refrattaria. Intanto si era anche formata una grossa ernia inguinale ascitica ed in seguito anche una ombelicale. L'ombelico, si lacerò ed ebbi una paracentesi naturale, andavo in giro per la clinica con una busta che ogni tanto veniva svuotata, ma avrei dovuto subire un intervento per togliere l'ombelico, perché poteva causare una peritonite batterica. Fu un problema per il mio prof. trovare un anestesista disposto ad addormentarmi, perché la cirrosi porta a una lenta coagulazione del sangue. Avevo solo un'ultima speranza effettuare una tips, praticamente ti perforano il fegato per far passare i vasi sanguigni in modo che non urtino il fegato e dunque l'ascite sarebbe stata di meno e assorbita. Ho eseguito quell'intervento e grazie a Dio l'ascite si è ridotta e viene assorbita. Ora la mia ultima spiaggia è il trapianto. Vorrei che solo per 5 minuti vi soffermiate a pensare alle nostre esperienze, ora si vive alla giornata in attesa della fatidica telefonata. Ogni volta che squilla il telefono ho paura e gioia, gioia perché finalmente potrei ricominciare a vivere senza l'incubo delle ernie che son enormi e che rischiano di strozzarsi e paura per l'intervento, perché non si da mai niente di scontato. Ho anche deciso che dirò ai miei chirurghi prima dell'intervento, che se qualcosa dovesse andare male dispongo che vengano donati gli altri miei organi che sono in ottime condizioni la cosa è fattibile. Vi ringrazio per il tempo che avete donato alla lettura delle nostre lettere e spero che questo porti qualcuno a decidere di donare i propri organi quando Dio vorrà. Ringrazio di cuore anche i parenti dei donatori che nel loro dolore hanno comunque fatto un grandissimo gesto d'amore: RIDONARE LA VITA
fino ad allora vivevo una vita semplice e normale
badavo alla casa, alla famiglia, uscivo con amici, insomma vivevo.
Un bel giorno mi accorgo di avere i piedi e i polpacci gonfi,ho attribuito la cosa ad una ritenzione idrica anche perché ero ingrassata ed ho continuato a vivere come sempre.
La mattina dell'antivigilia di Natale mi son svegliata con una mano gonfia come un panzerotto,
ho pensato di aver dormito in una posizione strana, quel gonfiore però è durato per un bel po'
ma non ci ho fatto caso.
Notavo invece che il mio addome aumentava sempre più, cosi dopo le festività natalizie, decisi di mettermi a dieta,
La dieta però non funzionava ed invece di dimagrire aumentavo di peso,
mai madre cominciò ad assillarmi dicendomi di fare gli esami sanguigni, ma io non le davo retta.
Arrivai a pesare 90 kg con un pancione enorme che sembrava quello di una donna al nono mese di gravidanza e di almeno 4 gemelli. Decisi di rivolgermi al mio ginecologo pensando potesse essere una cisti ovarica. Non dimenticherò mai la sua faccia quando mi vide, mi fece immediatamente un'ecografia e scoprì che avevo il ventre pieno di liquido. In day hospital mi effettuò una paracentesi (prelievo del liquido), me ne tolse 5 lt. e ne mandò un po ad analizzare: lui pensava fosse un tumore alle ovaie, che provoca ascite, l'esito fu negativo. Allora mi dissi di rivolgermi ad un bravo gastroenterologo. Mi crollo il mondo adosso subito pensai al fegato, mi ricoverai nella clinica del migliore che ci fosse a Bari. Li cominciò il mio calvario mi svuotarono un pò togliendomi 12 lt di ascite la diagnosi fu: Cirrosi Epatica. Fu un periodo durissimo, perchè i farmaci non riuscivono ad assorbire l'ascite perciò ero costretta ad andare ogni mese a far lo svuotamento nella disgrazia anche la sfortuna la mia ascite era refrattaria. Intanto si era anche formata una grossa ernia inguinale ascitica ed in seguito anche una ombelicale. L'ombelico, si lacerò ed ebbi una paracentesi naturale, andavo in giro per la clinica con una busta che ogni tanto veniva svuotata, ma avrei dovuto subire un intervento per togliere l'ombelico, perché poteva causare una peritonite batterica. Fu un problema per il mio prof. trovare un anestesista disposto ad addormentarmi, perché la cirrosi porta a una lenta coagulazione del sangue. Avevo solo un'ultima speranza effettuare una tips, praticamente ti perforano il fegato per far passare i vasi sanguigni in modo che non urtino il fegato e dunque l'ascite sarebbe stata di meno e assorbita. Ho eseguito quell'intervento e grazie a Dio l'ascite si è ridotta e viene assorbita. Ora la mia ultima spiaggia è il trapianto. Vorrei che solo per 5 minuti vi soffermiate a pensare alle nostre esperienze, ora si vive alla giornata in attesa della fatidica telefonata. Ogni volta che squilla il telefono ho paura e gioia, gioia perché finalmente potrei ricominciare a vivere senza l'incubo delle ernie che son enormi e che rischiano di strozzarsi e paura per l'intervento, perché non si da mai niente di scontato. Ho anche deciso che dirò ai miei chirurghi prima dell'intervento, che se qualcosa dovesse andare male dispongo che vengano donati gli altri miei organi che sono in ottime condizioni la cosa è fattibile. Vi ringrazio per il tempo che avete donato alla lettura delle nostre lettere e spero che questo porti qualcuno a decidere di donare i propri organi quando Dio vorrà. Ringrazio di cuore anche i parenti dei donatori che nel loro dolore hanno comunque fatto un grandissimo gesto d'amore: RIDONARE LA VITA
Luciana Favuzzi
Potete pubblicare la lettera sul blog Trapianti...il dono della vita
mercoledì 11 maggio 2011
La mia di storia
Salve, sono malato da tempo di cardiomiopatia dilatativa al ventricolo sx, ho avuto nella mia malattia la fortuna di stare "bene" per molti anni; ogni tanto qualche medico mi ricordava che ci poteva entrare la parola trapianto di cuore nella mia vita, non davo troppo peso a quelle parole, se non nell'immediato, ma una volta uscito dallo studio del medico, confortato dai molti anni di stabilità della malattia cercavo di non pensarci, me l'ero sempre cavata con una manciata di pillole al giorno, e a dir il vero, credevo non potesse toccare a me. Nell'estate 2010 la svolta, il cuore piano piano fatica a sostenermi, mi sento sempre più stanco e fatico a fare anche le cose più leggere. Dopo vari controlli, il bilanciamento della terapia sembra funzionare, ma qualcosa si è rotto nell'equilibrio che prima mi sosteneva. Nell'agosto del 2010 il tracollo improvviso, ricovero urgente in terapia intensiva, e diagnosi...trapianto di cuore, questa volta non potevo fuggire, ne uscendo dallo studio del medico ne nella mia mente. Settembre 2010 mi vede firmare per l'inserimento in lista trapianti, naturalmente solo dopo aver superato una serie di esami rigorosissimi, si perché bisogna avere i requisiti per poter accedere alla lista, insomma stare bene nel resto del corpo, e anche nella mente, altrimenti si chiude anche quella porta di speranza.
nel momento in cui scrivo sono 8 mesi in attesa, con alti e bassi di umore, e comunque non penso troppo alla fatidica telefonata. Se ho paura? Si ho paura dell'intervento, nonostante le rassicurazioni di amici già trapiantati conosciuti nel percorso di vita che ne viene, paura del dopo, si perché il trapianto è un ottima soluzione per tornare a vivere una vita "normale" ma ci sono delle regole rigide da rispettare per poter assicurarsi di tenere il nuovo cuore in ottimo stato, e fare attenzione alle infezioni, visto che poi si è immunodepressi; e poi l'aspetto psicologico del trapianto, su cui non mi soffermo, perché non basterebbe questo blog a spiegare bene cosa si passa.
Grazie a chi dona , grazie ai medici che lo eseguono.
Scrissi questa lettera mesi fa, la metto anche qui.
Nonostante la morte spesso si faccia beffe di noi portandoci via da questo mondo in modi assurdi e in tempi che mai avremmo immaginato, voi avete ancora qualcosa da dire o da portare a termine, ed ecco che nasce il donatore, per volontà sua o per decisione dei suoi cari, strappa ancora un lembo di vita e la regala ad un altro essere umano, e se è vero che la vita è energia, ecco che la vostra energia continua a girare e a portare amore per il mondo.
Non sono in grado di immaginare il dolore, credo si possa capire solo provandolo, eppure voi in un momento che non lascia spazio a nulla, se non al vuoto stesso che si è creato nella vostra vita, avete trovato la forza, il coraggio, l’amore per donare la speranza ad un altro essere umano. Avete donato senza nulla chiedere, avete donato perché l’amore che vi legava al vostro caro era così grande da potervi dare anche la forza di quel gesto di straordinaria umanità.
Voglio dire anche a chi sta cercando di trovare chi ha ricevuto quell’estremo gesto d’amore, che se ritiene giusto cercare continui, e spero per loro che possano trovare pace nel conoscere le persone che ancora vivono grazie a loro caro, ma se questo non dovesse accadere sappiate fin d’ora che chi ha ricevuto il dono tutti i giorni posa la mano sul suo cuore, e guardando il cielo sa che non è solo, e grida silenzioso il suo grazie dentro di se fino a riempirgli gli occhi di lacrime.
Ma chi sono io per dire questo, io non sono nessuno, non ho niente di speciale da portare a termine, ho una famiglia, con moglie e due bambini come milioni di voi, una persona qualunque di un qualunque paese, di un’anonima città.
Sono un malato di cuore arrivato al termine della sua malattia, non esiste più terapia, non ci sono più cure per me, solo il trapianto può porre rimedio alla mia non vita. Ho il privilegio di essere ancora vivo, posso ancora giocare con i miei figli, ma non troppo altrimenti mi stanco e posso aggravarmi, posso ancora guardare mia moglie negli occhi e sussurrargli parole dolci, ma è tutto quello che la malattia mi permette di fare, posso ancora uscire a passeggio, ma dipendo dal braccio di qualcuno, e non vado lontano altrimenti non riesco a tornare. Mi ritengo comunque fortunato, vedo ancora la speranza oltre la tristezza di questo momento. Forse questo mio destino era scritto, forse devo ancora fare qualcosa, e quel qualcosa è legato a qualcuno che ancora non conosco, e forse non conoscerò mai, credo che quando i nostri destini si incroceranno, insieme porteremo a termine quella cosa segreta anche a noi stessi. Ed ecco che il senso si compie, non sono più una persona qualunque ma divento speciale, uno scrigno e tu il tesoro da custodire, per poter ancora correre insieme e sentire ancora emozioni.
Davide Alessandrini
autorizzo la pubblicazione di questa lettera.
nel momento in cui scrivo sono 8 mesi in attesa, con alti e bassi di umore, e comunque non penso troppo alla fatidica telefonata. Se ho paura? Si ho paura dell'intervento, nonostante le rassicurazioni di amici già trapiantati conosciuti nel percorso di vita che ne viene, paura del dopo, si perché il trapianto è un ottima soluzione per tornare a vivere una vita "normale" ma ci sono delle regole rigide da rispettare per poter assicurarsi di tenere il nuovo cuore in ottimo stato, e fare attenzione alle infezioni, visto che poi si è immunodepressi; e poi l'aspetto psicologico del trapianto, su cui non mi soffermo, perché non basterebbe questo blog a spiegare bene cosa si passa.
Grazie a chi dona , grazie ai medici che lo eseguono.
Scrissi questa lettera mesi fa, la metto anche qui.
Lettera al donatore, alla sua famiglia, e a chi ancora ha dei dubbi sulla donazione degli organi.
Spesso ci si chiede il perché delle cose terribili che accadono nella vita, spesso la risposta non arriva, forse un giorno lo scopriremo, forse c’è un disegno più grande di noi che non riusciamo a capire ora in questo luogo, forse voi che ci avete lasciato sapete già. Ci avete solo preceduto, in quel viaggio che ognuno di noi è tenuto a fare che lo voglia o no.Nonostante la morte spesso si faccia beffe di noi portandoci via da questo mondo in modi assurdi e in tempi che mai avremmo immaginato, voi avete ancora qualcosa da dire o da portare a termine, ed ecco che nasce il donatore, per volontà sua o per decisione dei suoi cari, strappa ancora un lembo di vita e la regala ad un altro essere umano, e se è vero che la vita è energia, ecco che la vostra energia continua a girare e a portare amore per il mondo.
Non sono in grado di immaginare il dolore, credo si possa capire solo provandolo, eppure voi in un momento che non lascia spazio a nulla, se non al vuoto stesso che si è creato nella vostra vita, avete trovato la forza, il coraggio, l’amore per donare la speranza ad un altro essere umano. Avete donato senza nulla chiedere, avete donato perché l’amore che vi legava al vostro caro era così grande da potervi dare anche la forza di quel gesto di straordinaria umanità.
Voglio dire anche a chi sta cercando di trovare chi ha ricevuto quell’estremo gesto d’amore, che se ritiene giusto cercare continui, e spero per loro che possano trovare pace nel conoscere le persone che ancora vivono grazie a loro caro, ma se questo non dovesse accadere sappiate fin d’ora che chi ha ricevuto il dono tutti i giorni posa la mano sul suo cuore, e guardando il cielo sa che non è solo, e grida silenzioso il suo grazie dentro di se fino a riempirgli gli occhi di lacrime.
Ma chi sono io per dire questo, io non sono nessuno, non ho niente di speciale da portare a termine, ho una famiglia, con moglie e due bambini come milioni di voi, una persona qualunque di un qualunque paese, di un’anonima città.
Sono un malato di cuore arrivato al termine della sua malattia, non esiste più terapia, non ci sono più cure per me, solo il trapianto può porre rimedio alla mia non vita. Ho il privilegio di essere ancora vivo, posso ancora giocare con i miei figli, ma non troppo altrimenti mi stanco e posso aggravarmi, posso ancora guardare mia moglie negli occhi e sussurrargli parole dolci, ma è tutto quello che la malattia mi permette di fare, posso ancora uscire a passeggio, ma dipendo dal braccio di qualcuno, e non vado lontano altrimenti non riesco a tornare. Mi ritengo comunque fortunato, vedo ancora la speranza oltre la tristezza di questo momento. Forse questo mio destino era scritto, forse devo ancora fare qualcosa, e quel qualcosa è legato a qualcuno che ancora non conosco, e forse non conoscerò mai, credo che quando i nostri destini si incroceranno, insieme porteremo a termine quella cosa segreta anche a noi stessi. Ed ecco che il senso si compie, non sono più una persona qualunque ma divento speciale, uno scrigno e tu il tesoro da custodire, per poter ancora correre insieme e sentire ancora emozioni.
Davide Alessandrini
autorizzo la pubblicazione di questa lettera.
L'INCONTRO CON FRANCESCO
DOPO CHE HO DONATO I TUOI ORGANI , FIGLIA MIA,MI SONO SENTITO CONTENTO DI QUELLO CHE AVEVO FATTO...........
ALLORA AVEVO TANTA SPERANZA PER RITROVARE QUALCHE TUO ORGANO CHE FUNZIONASSE ANCORA..HO VOLUTO ASPETTARE QUALCHE ANNO..
GIA QUANDO è SUCCESSO L'INCIDENTE SAPEVO CHE IL TUO CUORE STAVA VERSO NAPOLI .PER GLI ALTRI ORGANI FIN'ORA NON HO TROVATO NIENTE.
IO NON MI ARRENDO.
AVEVO TROVATO PER CASO FACEBOOK SONO ENTRATO DENTRO TROVANDO TANTISSIMI AMICI DA TUTTA ITALIA.
SONO RIUSCITO A CREARE UN MIO GRUPPO DOVE HO CONOSCIUTO UN GRANDE AMICO CHE MI AVREBBE AIUTATO A TROVARE IL TUO CUORE.
DOPO CIRCA 5 ANNI 31-12-2010 LASERA,STAVO DA SOLO IN CASA, RICEVO UNA TELEFONATA CHE PER L'EMOZIONE MI HA FATTO STARE MALE.
A TELEFONO ERA FRANCESCO COLUI CHE AVEVA IL TUO CUORE.
IMMAGINA LA MIA GIOIA DI AVERTI ,IN PARTE, RITROVATA .
FRANCESCO CI CERCAVA DI LA E IO DI QUA.VOLEVO ANDARE A NAPOLI .FRANCESCO MI DICEVA CHE VOLEVA VENIRE LUI QUI A TROVARCI CHE VOLEVA VENIRE AL CIMITERO A TROVARTI. .
DURANTE IL VIAGGIO QUANTO PIU SI AVVICINAVA PIU AUMENTAVA L'EMOZIONE IN LUI DELL'INCONTRO CHE SAREBBE AVVENUTO.
ERAVAMO GIA PRONTI PER RICEVERE IL TUO CUORE CHE ,FINALMENTE,DOPO 5 ANNI TORNAVA A CASA SUA.
CON FRANCESCO ERAVAMO IN CONTATTO TELEFONICO CELLULARE CHE CERCAVO DI GUIDARLO VERSO CASA..
PER PRECAUZIONE AVEVO CHIUSO IL MIO CANE .
NON STAVAMO IN PIEDI TUTTI E TRE PER 'EMOZIONE.
HO ABBRACCIATO FRANCESCO COME SE ABBRACCIASSI TU.
UNA GRANDISSIMA EMOZIONE PER TUTTI E TRE.
NON è STATO FACILE SOPPORTARE TANTA EMOZIONE E SENTIRE IL TUO CUORE CHE BATTE ANCORA.
A POMERGGIO UN'ALTRA FORTE EMOZIONE PER FRANCESCO AL CIMITERO.
IO CON IL RITROVAMENTO DEL TUO CUORE E SENTIRLO BATTERE PER ME è STATO IL MASSIMO CHE POTREI AVERE CON LA DONAZIONE.
NOI IN FAMIGLIA ADESSO CONTINUAMO SEMPRE A SOFFRIRE PER TE
MA,ADESSO AVENDO RITROVATO IL TUO CUORE CI SENTIAMO MEGLIO.
Autorizzo la pubblicazione della lettera
martedì 10 maggio 2011
La Mamma di Davide...
Mi chiamo Doria DE POLO, questo è un appello che fa una mamma a cui è morto il proprio figlio unico il 21.04.2008…..e che il suo UNICO desiderio che purtroppo mi è rimasto ( non posso avere altri figli ), sarebbe quello di conoscere, anche solo telefonicamente chi ha ricevuto gli organi di DAVIDE.
Vi scrivo questa e-mail......per farvi conoscere mio figlio
☆ ★ ☆ Davide....un ragazzo..unico, nei suoi 18 anni che ha vissuto li ha vissuti contornato da tanto amore sia da noi genitori, parenti ed amici....e anche lui ha dato tantissimo amore.
Era il figlio che ogni genitore vorrebbe avere, educato, sempre sorridente, solare, amava la vita.....
un amico con la (A) maiuscola. le sue passioni: la cucina e la moto.
Lui ti dava consigli, se ti vedeva seria/o faceva in modo di farti sorridere...
per gli amici si faceva in quattro era per tutti loro.....
il punto di riferimento......
aveva vari soprannomi: ☆ ★ ☆ DADO..MORBIDO. ☆ ★ ☆
☆ ★ ☆ Poi il 18.04.2008 il destino ha deciso di metterci lo zampino, ha avuto un incidente ed il 21.04.2008 e andato in morte cerebrale.......
☆ ★ ☆ Lui come noi credeva nella donazione degli organi....generoso fin dopo la morte.
Nonostante la sua breve vita....ha lasciato a tutti coloro che l’ hanno conosciuto un grande insegnamento, ma soprattutto un grande vuoto che nessun altro riuscirà mai a colmare.
☆ ★ ☆ Davide era..è .. e rimarrà sempre UNICO PER TUTTI. ☆ ★ ☆
DAVIDE E DECEDUTO ALL OSPEDALE MAGGIORE DI BOLOGNA IL 21.04.2008
☆ ★ ☆ I SUOI ORGANI SONO STATI ESPIANTATI DALLE ORE 22 DEL 21 APRILE FINO ALLE ORE 2.00 DEL 22 APRILE. ☆ ★ ☆
**RENE E PANCREAS....
SONO ANDATI AD UN SIG. DELLA PROV. DI MILANO
**RENE E FEGATO....
SONO ANDATI AD UN SIG. DELLA PROV. DI TERAMO
**CUORE ....
AD UN SIG.RE DI 55 ANNI RESIDENTE IN EMILIA ROMAGNA
**CORNEE....
UNA AD UN SIG.RE...UNA AD UNA SIG.RA
**I SEGMENTI OSSEI....
SONO ANDATI A 12 PERSONE....COMPRESE FRA I 13 E I 59 ANNI.
IO SO CHE PER LA PRIVACY, NON SI POSSONO SAPERE I NOMI DI QUESTE PERSONE..
.......SO CHE STANNO TUTTI BENE.
A ME PIACEREBBE CONOSCERE ANCHE SOLO TELEFONICAMENTE QUESTE PERSONE,
MA NON PER FARMI SENTIRE DIRE GRAZIE....PERCHE' PER CHI DONA IL MIGLIOR RINGRAZIAMENTO
E QUELLO CHE QUESTE PERSONE STANNO BENE E HANNO RICOMINCIATO A VIVERE.
AL CENTRO TRAPIANTI DELL OSPEDALE. SAN ORSOLA DI BOLOGNA, MI HANNO DETTO CHE DEVE ESSERE CHI RICEVE A CHIEDERE INFORMAZIONI DA CHI HA AVUTO GLI ORGANI.
SE QUALCUNO DI QUESTE PERSONE O QUALCHE LORO PARENTE VOLESSE CONTATTARMI.....e-mail dado_89m@libero.it
SONO MEMBRO CON IL NOME dado_89m NEL BLOG: TRAPIANTI.....IL DONO DELLA VITA......POTETE PUBBLICARE QUESTA LETTERA NEL BLOG....
Vi scrivo questa e-mail......per farvi conoscere mio figlio
☆ ★ ☆ Davide....un ragazzo..unico, nei suoi 18 anni che ha vissuto li ha vissuti contornato da tanto amore sia da noi genitori, parenti ed amici....e anche lui ha dato tantissimo amore.
Era il figlio che ogni genitore vorrebbe avere, educato, sempre sorridente, solare, amava la vita.....
un amico con la (A) maiuscola. le sue passioni: la cucina e la moto.
Lui ti dava consigli, se ti vedeva seria/o faceva in modo di farti sorridere...
per gli amici si faceva in quattro era per tutti loro.....
il punto di riferimento......
aveva vari soprannomi: ☆ ★ ☆ DADO..MORBIDO. ☆ ★ ☆
☆ ★ ☆ Poi il 18.04.2008 il destino ha deciso di metterci lo zampino, ha avuto un incidente ed il 21.04.2008 e andato in morte cerebrale.......
☆ ★ ☆ Lui come noi credeva nella donazione degli organi....generoso fin dopo la morte.
Nonostante la sua breve vita....ha lasciato a tutti coloro che l’ hanno conosciuto un grande insegnamento, ma soprattutto un grande vuoto che nessun altro riuscirà mai a colmare.
☆ ★ ☆ Davide era..è .. e rimarrà sempre UNICO PER TUTTI. ☆ ★ ☆
DAVIDE E DECEDUTO ALL OSPEDALE MAGGIORE DI BOLOGNA IL 21.04.2008
☆ ★ ☆ I SUOI ORGANI SONO STATI ESPIANTATI DALLE ORE 22 DEL 21 APRILE FINO ALLE ORE 2.00 DEL 22 APRILE. ☆ ★ ☆
**RENE E PANCREAS....
SONO ANDATI AD UN SIG. DELLA PROV. DI MILANO
**RENE E FEGATO....
SONO ANDATI AD UN SIG. DELLA PROV. DI TERAMO
**CUORE ....
AD UN SIG.RE DI 55 ANNI RESIDENTE IN EMILIA ROMAGNA
**CORNEE....
UNA AD UN SIG.RE...UNA AD UNA SIG.RA
**I SEGMENTI OSSEI....
SONO ANDATI A 12 PERSONE....COMPRESE FRA I 13 E I 59 ANNI.
IO SO CHE PER LA PRIVACY, NON SI POSSONO SAPERE I NOMI DI QUESTE PERSONE..
.......SO CHE STANNO TUTTI BENE.
A ME PIACEREBBE CONOSCERE ANCHE SOLO TELEFONICAMENTE QUESTE PERSONE,
MA NON PER FARMI SENTIRE DIRE GRAZIE....PERCHE' PER CHI DONA IL MIGLIOR RINGRAZIAMENTO
E QUELLO CHE QUESTE PERSONE STANNO BENE E HANNO RICOMINCIATO A VIVERE.
AL CENTRO TRAPIANTI DELL OSPEDALE. SAN ORSOLA DI BOLOGNA, MI HANNO DETTO CHE DEVE ESSERE CHI RICEVE A CHIEDERE INFORMAZIONI DA CHI HA AVUTO GLI ORGANI.
SE QUALCUNO DI QUESTE PERSONE O QUALCHE LORO PARENTE VOLESSE CONTATTARMI.....e-mail dado_89m@libero.it
SONO MEMBRO CON IL NOME dado_89m NEL BLOG: TRAPIANTI.....IL DONO DELLA VITA......POTETE PUBBLICARE QUESTA LETTERA NEL BLOG....
L' IMPORTANZA DI DONARE GLI ORGANI.....LETTERA DI UNA MAMMA CHE HA DONATO GLI ORGANI DI SUO FIGLIO
Vivere la morte di un Figlio è la più dolorosa esperienza che un essere umano può fare.. un evento talmente straordinario e innaturale che non si può in alcun modo accettare o esorcizzare.. sarebbe utile poter andare al di la della propria ragione per riuscire a gestire le emozioni a proprio piacimento e ottenere una spiegazione come e quando si desidera.. purtroppo non è così. Quando muore un Figlio, unico o no.. si viene travolti da un senso di distruzione che renderà molto difficile il controllo della propria volontà e la fine che si credeva lontana arriva improvvisa, spietata lasciando poche possibilità di continuare a vivere a dispetto del sopravvenuto disordine biologico.
Da quel momento ti accorgi che la vita, per te, non è più quella che conoscevi prima.. un pensiero fisso, sempre uguale... la lentezza del tempo, l'enormità del vuoto e l'attesa di un segno.. saranno i tuoi tormenti. Sensazioni a fior di pelle che ti tolgono la capacità di guardare e vivere ciò che ti circonda, fino a non sapere più cosa ci stai a fare.. si va avanti senza interesse, per abitudine.. ma non sa di niente.. colori sbiaditi, sapori scomparsi, risate dimenticate.. un’esistenza piatta dentro una vita annullata dalla continua nostalgia del battito di un cuore del quale non puoi fare a meno.. quello di tuo Figlio! La perdita di un Figlio ti fa capire ciò che vale e ciò che non vale niente.. ti fa capire quanto sei stato sciocco a trattenere le urla di gioia, quando era li con te.. ti fa capire che tutto ciò che vive è evanescente e niente di ciò che è bello può durare.. ti fa capire che tutto si può comprendere, ma non la sua assenza.. ti fa entrare in un mondo parallelo, dove tutte le persone che ti circondano le percepisci come forme anonime, ti sembrano comparse, messe li di proposito per cercare di rassicurarti.. ma loro trascorrono il giorno vivendolo e non possono capire che per te il tempo si è fermato nell'istante in cui e andato via tuo Figlio.. a chi ti conosceva, sarà impossibile fargli capire che tu non sei più quello che eri prima.. adesso sei un fantasma.. cupo, pensieroso.. invisibile e sarà difficile riuscire a spiegare che l’aspetto da te assunto non è un modo di apparire ma è la spontanea, solitaria, resistenza al dolore.. inaspettato, sconosciuto, disumano.. è la tua condanna definitiva e il tuo modo di essere dipenderà dal continuo cercare di difenderti da essa.
Da quel momento ti accorgi che la vita, per te, non è più quella che conoscevi prima.. un pensiero fisso, sempre uguale... la lentezza del tempo, l'enormità del vuoto e l'attesa di un segno.. saranno i tuoi tormenti. Sensazioni a fior di pelle che ti tolgono la capacità di guardare e vivere ciò che ti circonda, fino a non sapere più cosa ci stai a fare.. si va avanti senza interesse, per abitudine.. ma non sa di niente.. colori sbiaditi, sapori scomparsi, risate dimenticate.. un’esistenza piatta dentro una vita annullata dalla continua nostalgia del battito di un cuore del quale non puoi fare a meno.. quello di tuo Figlio! La perdita di un Figlio ti fa capire ciò che vale e ciò che non vale niente.. ti fa capire quanto sei stato sciocco a trattenere le urla di gioia, quando era li con te.. ti fa capire che tutto ciò che vive è evanescente e niente di ciò che è bello può durare.. ti fa capire che tutto si può comprendere, ma non la sua assenza.. ti fa entrare in un mondo parallelo, dove tutte le persone che ti circondano le percepisci come forme anonime, ti sembrano comparse, messe li di proposito per cercare di rassicurarti.. ma loro trascorrono il giorno vivendolo e non possono capire che per te il tempo si è fermato nell'istante in cui e andato via tuo Figlio.. a chi ti conosceva, sarà impossibile fargli capire che tu non sei più quello che eri prima.. adesso sei un fantasma.. cupo, pensieroso.. invisibile e sarà difficile riuscire a spiegare che l’aspetto da te assunto non è un modo di apparire ma è la spontanea, solitaria, resistenza al dolore.. inaspettato, sconosciuto, disumano.. è la tua condanna definitiva e il tuo modo di essere dipenderà dal continuo cercare di difenderti da essa.
MA NOI ABBIAMO TROVATO LA FORZA, ( PERCHE' SIA DAVIDE, CHE NOI GENITORI, ABBIAMO SEMPRE CREDUTO NELLA DONAZIONE DEGLI ORGANI )......DI DONARE I SUOI ORGANI...., QUESTA FORZA CE L'HA DATA DAVIDE......DONARE PER RIDARE LA VITA AD ALTRE PERSONE TI DA UN PO' DI QUELLA SERENITA' CHE TI SERVE NEI MOMENTI PIU' BUI.....PERCHE' TU SAI CHE TUO FIGLIO VIVE IN ALTRE PERSONE, QUINDI SI PERCEPISCE DENTRO DI TE...CHE DONARE VUOL DIRE VITA..E NON MORTE!!!!!
DE POLO DORIA......MAMMA DI DAVIDE
SONO SUL BLOG...TRAPIANTI....IL DONO DELLA VITA con il nome di dado_89m POTETE PUBBLICARE ANCHE QUESTA MIA LETTERA.. SPERO CHE QUESTA MIA TESTIMONIANZA FACCIA CAPIRE A TANTA GENTE L'IMPORTANZA CHE HA LA DONAZIONE DI ORGANI....
Lettera di un trapiantato
Dal 17 agosto 2009 vivo grazie ad un grande dono, un dono che mi ha ridato la vita, dopo tre anni di attesa, la sera del 16 agosto mi arrivò la tanto aspettata telefonata, qualcuno aveva deciso di donare il cuore di un loro caro, venuto a mancare. Arrivai in ospedale e assieme a me arrivò anche il medico con la valigetta, aveva già fatto l'espianto, li dentro c'era il cuore per me. Da quel giorno vivo grazie a questo dono, un dono fatto in un momento di dolore che pochi hanno il coraggio di decidere in quei pochi attimi da quando i medici ti dicono: non c'è pù nulla da fare, acconsentite all'espianto degli organi.... Non so in quel momento cosa passi per la mente di quei famigliari, ma di certo con il loro consenso, hanno ridato la vita a diverse persone, che forse non incontreranno mai, ma che comunque sanno che in giro per il mondo c'è ancora una parte del loro caro che vive dentro altre persone. Ringrazio il mio angelo che ho dentro di me, e i suoi famigliari che con il loro grande gesto mi hanno ridato la possibilità di vedere crescere i miei figli e stare assieme alla mia famiglia. Grazie---grazie--grazie. Per chi volesse mettersi in contatto con me; sergio.penolazzi@alice.it
Iscriviti a:
Post (Atom)