sabato 14 maggio 2011

IL DONO PIU' GRANDE


“Lei non potrà e non dovrà più fare lavori pesanti, ma può fare domanda di pensione, mi dispiace ma l’unico rimedio per questa malattia è il trapianto, ma non si preoccupi perché soltanto un caso su mille peggiora fino a questo punto”,questo mi è stato detto in ospedale dopo avere avuto la notte prima un fortissimo dolore al petto, fino al punto di sentirmi mancare,. Sul momento restai come sconvolto, mi aggrappai all’idea che il dottorestesse scherzando per poi dirmi “ sa lei è sano come un pesce” oppure “lei stava proprio per credere al mio scherzo il suo era un semplice malore passeggero”,  ma aimè solo quando compresi che non si trattava di uno scherzo ma che era tutto quanto vero, che la diagnosi fu “cardiomiopatia dilatativa idiopatica aritmogena”pensavo che a me non sarebbe mai potuto capitare una cosa del genere, mi sentii crollare il mondo addosso, i miei occhi si riempirono di lacrime, che a stento riuscivo a trattenere per mostrarmi  forte e non sembrare un bambino, anche se non piansi in quel momento avrei voluto essere solo e lasciarmi andare in un pianto liberatorio.  Intanto la mia salute andava peggiorando vistosamente di giorno in giorno,dopo innumerevoli  ricoveri in vari ospedali, nel mese di marzo del 2004 fui inserito in lista di attesa per il trapianto all’ospedale ferrarotto di Catania, ma non pensavo che ci sarei mai arrivato a quel traguardo, al solo pensiero che per sopravvivere io doveva perdere la vita qualcun altro, mi faceva sentire un verme. Un giorno, che non potrò mai cancellare dalla mia mente, precisamente il  09/07/2004, arrivo la tanto attesa telefonata dall’ospedale, che mi diceva che c’era un cuore compatibile per me,  mi vennero a prelevare in elicottero, e nel tardo pomeriggio fui trapiantato. Da allora sono passati sette anni che io vivo grazie all’angelo che porto in petto, e anche lui vive ancora dentro di me,fin dal primo giorno il mio sogno era di conoscere la famiglia che mi ha fatto questo immenso dono, e il volto del mio angelo, e ci sono riuscito, ogni tanto vado a trovare i famigliari del mio angelo, e anche a portare dei fiori sulla sua tomba. Per concludere questa mia breve lettera, voglio dire che anche qui sulla terra ci sono degli angeli, e sono tutti coloro che pur avendo subito qualche perdita straziante, riescono ad avere la forza di far rivivere qualcun altro con un grandissimo dono: LA VITA!!! . Un grazie anche agli straordinari e bravissimi medici che rendono possibile tutto ciò. Questa è la mia testimonianza,spero che magari serva un pochettino a sensibilizzaredi più alla donazione degli organi, grazie per averla letta.
G.P.

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